Turismo alberghiero in Ticino al suo tetto massimo

/ 24.09.2018
di Angelo Rossi

Il commento dei nostri quotidiani alle cifre del turismo ticinese non muta. Di mese in mese, di anno in anno, si presentano i nuovi dati sugli arrivi e sui pernottamenti. Si calcola poi il tasso di variazione (mensile, semestrale o annuale che sia) e lo si compara, vuoi con quello del periodo immediatamente precedente, vuoi con quello dell’anno prima e poi, in funzione della portata e del segno del risultato si esprime preoccupazione o compiacimento. Aggiungiamo ancora che ogni aumento dei pernottamenti viene festeggiato come l’inizio di una fase espansiva che durerà nel tempo.

Questo ottimismo di parata ha avuto i suoi fasti nel 2017, il primo anno di funzionamento dell’Alptransit, perché il turismo ticinese, a partire da aprile, aveva trovato tassi di crescita importanti sia per gli arrivi, sia per i pernottamenti, che, per quell’anno, gli avevano addirittura permesso di capeggiare la classifica delle regioni turistiche svizzere. Poi è arrivato il 2018 ad insegnarci che l’effetto sugli arrivi di nuove infrastrutture per la mobilità, fossero pure importanti come le gallerie autostradali o ferroviarie, non dura che pochi mesi. 

Ma dove si trova effettivamente il turismo alberghiero ticinese e dove sta andando a parare? Da decenni, gli arrivi annuali di ospiti negli alberghi ticinesi variano tra il milione e il milione duecentomila. Attualmente (biennio turistico 2016-2017) gli arrivi superano di qualche migliaio di unità il livello del milione e centomila. I pernottamenti, invece, nel lungo termine tendono a diminuire perché diminuisce la durata media del soggiorno(di circa ¼ negli ultimi 20 anni). 

L’aumento degli arrivi sembra essere bloccato da quello che un fisico direbbe essere un effetto di capacità. Se disponete di una brocca che può contenere solo un litro d’acqua è evidente che nella stessa più di un litro non ci potrà stare. Così è del turismo ticinese: non può dare ospitalità a più di 1,1 milioni di turisti. 

La domanda che ci si deve porre è perché esista questo limite di capacità. È forse insufficiente l’offerta di letti in albergo? Sicuramente no! Se è vero che il parco-letti degli alberghi ticinesi è diminuito, nel corso degli ultimi trent’anni, di quasi un terzo, è anche vero che il tasso di occupazione degli stessi continua ad essere relativamente basso. Così, in generale, non vi è scarsità di letti liberi negli alberghi ticinesi. Le eccezioni, in questo caso, confermano la regola. I limiti che impediscono alla domanda turistica di aumentare vanno ricercati altrove. 

Vi è certamente un limite di capacità che è dato dalla ristrettezza del territorio e, in particolare, dalla scarsità del territorio a disposizione delle destinazioni turistiche più importanti. Prendete il caso del Sottoceneri dove, sulla superficie destinata al traffico di 16 chilometri quadrati si ammassano più di 100’000 automobili degli abitanti della regione, 35’000 automobili dei frontalieri, 10’000 automobili di pendolari provenienti dal resto del cantone e nei mesi estivi almeno 40-50’000 automobili di turisti (compresi quelli in transito), per non parlare del traffico pesante. Per fortuna non circolano tutte nel medesimo momento della giornata altrimenti non resterebbe, d’estate per lo meno, un centimetro quadrato di strada libero. 

L’altro limite di capacità è fissato dai prezzi relativamente elevati degli alberghi ticinesi chiaramente influenzati dal continuo rincaro del franco svizzero rispetto alle divise dei potenziali turisti stranieri. Per fortuna degli albergatori ticinesi vi sono i turisti della zona franco. Il rincaro del franco ha così portato, nel corso degli ultimi decenni a una sostituzione del turista straniero con il turista svizzero e del Liechtenstein. Mentre nel 1970 i turisti stranieri rappresentavano il 60% degli arrivi e i nostri solo il 40%, oggi, le percentuali si sono invertite. Su dieci arrivi di turisti in Ticino, 4 sono di stranieri e 6 di svizzeri o di residenti del Liechtenstein. Ovviamente il potenziale in turisti dei cantoni svizzeri e del Liechtenstein è chiaramente inferiore a quello degli altri paesi del mondo sommati insieme. Di conseguenza, per quel che riguarda i flussi in arrivo l’evoluzione nel lungo termine, se il divario dei prezzi resta quello che è, non può essere che verso la stagnazione. Né più positive sono le aspettative in materia di durata media del soggiorno. Con le possibilità che offre oggi agli abitanti delle regioni metropolitane dell’Altopiano il collegamento ferroviario, il turismo ticinese sta infatti evolvendosi verso il turismo di giornata.