Cara Silvia,
genitori di un unico figlio, Giacomo, siamo entrambi insegnanti che amano il loro lavoro e lo svolgono con entusiasmo. Ma purtroppo nostro figlio non ha preso da noi. Ha sempre studiato il minimo per essere promosso senza eccellere in nessuna materia. Nuota e gioca a tennis ma senza entusiasmo. Non ha hobby né interessi. Ogni qualvolta gli chiediamo di scegliere risponde invariabilmente: fate voi, per me è lo stesso.
Sinora siamo andati avanti così, decidendo tutto noi ma adesso, finite le medie, di fronte all’indirizzo di studi da seguire, la questione si è fatta grave.
L’abbiamo iscritto «d’ufficio» al Liceo Scientifico ma avremo fatto bene? E in futuro, quando si tratterà di optare per una Facoltà e, indirettamente, per una professione, cosa accadrà? Resterà sempre sotto tutela? Dove abbiamo sbagliato e come possiamo rimediare? Grazie. / Antonio e Livia
Cari colleghi,
fate bene a interrogarvi ma non colpevolizzatevi, non esistono genitori perfetti. Amate vostro figlio e volete il suo bene, il resto sono peccati veniali. Molto dipende da questi anni incerti da quando l’orizzonte del futuro si è annebbiato e non resta che navigare a vista. Vorremmo che i nostri figli fossero felici e non tolleriamo di vederli frustrati e tristi per cui spesso, invece di lasciarli tentare, sbagliare e riprovare preferiamo sostituirli. Se Giacomo, mentre si rifiutava di scegliere, si fosse sentito dire: «Va bene. Allora non se ne fa niente», forse si sarebbe dato una mossa. Ma non è detto, perché spesso si tratta di temperamento e magari di una lieve depressione latente.
Peccato che non abbia trovato, durante il corso di studi appena concluso, un insegnante capace di valorizzarlo, motivarlo, incentivarlo; spesso ne basta uno per sottrarre un ragazzo all’apatia e al timore di vivere. Leggendo queste parole penserete: ma noi l’abbiamo sempre fatto. Lo so, ma i genitori non hanno lo stesso impatto emozionale, sono troppo coinvolti e il figlio teme si comportino così per amore, non per intima convinzione. Per quanto possibile, d’ora in poi lasciatelo decidere in modo che impegni il suo desiderio sottraendolo all’onnipotenza della fantasia che, volendo tutto, non conclude niente.
Gli insegnanti possono ottenere molto interrogando gli allievi sui loro desideri e invitandoli a metterli in gerarchia in modo da emarginare quelli più superficiali, che disperdono pensieri ed energie. I desideri più veri sono quelli che emergono dal profondo anche se possono essere risvegliati dalla conoscenza dei desideri altrui. Quante volte due amici condividono progetti di vita per imitazione! Un’imitazione che può essere semplicemente mimetica ma che può rivelarsi invece una vera e propria scoperta di sé attraverso l’altro.
Ammettiamolo: decidere non è mai facile e dobbiamo concederci di essere spaventati, incerti, contraddittori. «Vorrei e non vorrei» canta don Giovanni nell’opera omonima di Mozart.
È sempre possibile smarrire la via, come ammette Dante, all’inizio della Divina Commedia, ma anche tentarne una nuova come esorta Virgilio: «A te conviene tenere altro viaggio».
Maturare, divenire adulti, significa innanzitutto riconoscere i propri desideri e assumersi la responsabilità di realizzarli, magari scontentando i genitori, sentendosi ingrati rispetto al loro investimento affettivo e alle loro aspettative.
Il tradimento più grande non è verso gli altri ma verso noi stessi, è vivere in modo inautentico, comportandoci «come se», senza tener conto della nostra verità perché non l’abbiamo mai incontrata. Agostino invita a cercare la verità non fuori ma dentro di noi e, quando questo avviene, tutto acquista senso e valore.
A questo punto lasciamo la parola ai poeti che hanno al loro arco una freccia in più:
«...Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità». (Marta Medeiros).