Ridateci le vere cattive

/ 03.06.2019
di Maria Bettetini

Il poeta è un fingitore, affermava forse Pessoa, mai fidarsi delle citazioni isolate. Ma che cosa potrebbe accadere se un fingitore non fosse un poeta? altro che gambe corte e naso che si allunga. Partiamo dal passato remotissimo, scrive Oscar Wilde nel suo Elogio della menzogna. La inventò, secondo Vivian, il protagonista del breve romanzo, il primo uomo delle caverne che preferì restare al caldo tra fuoco e pellicce, e non andare a caccia. Sia chiaro, una caccia senza levrieri, senza fucili, senza cavalli né cani addestrati. Una bastonata e via, un via che tocca solo ai più fortunati. Il poveretto che non si mosse, poteva avere una polmonite o un raffreddore, sentendosi in colpa, invece si produsse in parole che non conosceremo mai, ma con pitture che in parte sono state riscoperte.

Le prime fake news furono il racconto di un pigrone che disegnava un enorme mammuth, e come l’aveva ucciso al primo colpo. E così via, pare che nessuno andò a controllare dove fosse, per esempio, il mammuth ucciso, tanto grande era il potere della prima menzogna della storia. In verità, bisognerebbe ricordare un’altra menzogna, vissuta in tempi forse prima del tempo, del nostro tempo. Una bestia che poi sarà costretta a strisciare come un serpente racconta a Eva un esempio di menzogna perfetto, cioè una giusta mescolanza di vero e falso. La stessa che ci travolge – con meno finezza – quando affrontiamo il gossip sui giornali o in televisione.

Disse dunque la bestia alla donna: Dio vi inganna, non è vero che morirete (sottinteso: non subito), Dio sa che mangiando di questo frutto diverrete come lui (perché pensereste a farvi le vostre leggi, perché molti uomini vorranno essere adorati come dei), mangia donna e poi passalo a quel vigliacco, che a sua discolpa sa solo dire è stata la donna che tu, Dio, mi hai messo al fianco, quindi sono affari vostri. Raffinate menzogne di altri tempi, in cui il fingitore era anche poeta, come lo era Jago nell’Otello.

Ma veniamo al dunque: ci domandavamo, dove possono finire le menzogne senza né arte né parte? La cronaca ci soccorre, per fortuna, oltre ogni possibile ipotesi, narriamo di una bambina dai capelli lisci e neri neri. Era bella, per questo era molto invidiata nelle castigatissime esibizioni di capelli corvini corredata da nastri o fili interdentali, usava dire così. Le sorellastre, che non si chiamano Anastasia e Genoveffa – il che avrebbe dato più allure alla misera storia, chiamiamole B e C, dato che A non può che essere la prima.

La quale non viene più tanto invitata a esibirsi, giunta alla soglia dei sessanta, organizza un piano di rilancio con l’aiuto – momentaneo – delle crudeli B e C. A racconta di solitudine, depressione, mancanza di una famiglia cattolica, ma il finale è consolatorio, perché pare arrivato un principe, e pure azzurro. A trabocca di amore per l’uomo della sua vita, Marcus Manemmenorco Marc discendente forse dalla famiglia de los Caltagirones, dedita più a immobili e finanza che al sangue blu. Purtroppo il principe non può farsi fotografare.

Con A, però, prende in affido due bambini (in contumacia, ingaggiati per provini di una fiction di cui non si deve sapere nulla). L’unica certezza è la data del matrimonio, fissato per l’8 maggio, pranzo già ordinato e fiori freschi (a oggi non pagati). Il 7 sera la nostra A affranta parla di malattia, servizi segreti, protezioni a mezzo scorta. Però a breve ci sposeremo. Qualcuno comincia a perdere la pazienza e siccome A più volte ha lasciato i salotti tv in uno scatto d’ira, contro ogni galateo televisivo, le reti si rivolgono a B e C, che finora si sono dette «sorelle» e hanno trascorso appiccicate diversi anni.

Chi meglio di loro? In un talk B ha giurato che tutto corrispondeva a verità, bella, giovane o giovanile, perfettamente truccata. Dopo pochi giorni B crolla; non solo non esiste il principe azzurro – la truffa è tutta da parte di A e C, io sono così ingenua che da dieci anni sono sposata con un uomo che non esiste.

Eeeeeeeeh? Si è «sposata» in contumacia pure lei, il «marito» si nasconde per gravi problemi di sicurezza tipo militare. Mandiamoci delle foto, che sarà mai mandare nudità sul web, è tutto sotto controllo. Iniziano pianti e confessioni, per le quali è necessario solo un filo di trucco, una virginea maglietta bianca, i capelli sciolti. Una Maddalena. Anche le altre appaiono, piangono, si disconoscono a vicenda. Ma ridatemi Crudelia De Mon, Anastasia, Genoveffa e tutte le streghe, sinceramente malvagie.