L’anno scolastico si è appena chiuso. È cominciata ora l’annuale battaglia per il collocamento dei nuovi apprendisti. È utile ricordare che, terminata la scuola dell’obbligo, al giovane e alla giovane ticinesi si aprono due possibilità: o continuare gli studi iscrivendosi a una scuola superiore (liceo, scuola cantonale di commercio) o iniziare un tirocinio per imparare una professione. Quest’ultima strada può essere perseguita, a seconda delle professioni che si intendono imparare, o lavorando in azienda, o seguendo i corsi di una scuola professionale a tempo pieno. Non è sempre facile reperire i numeri riguardanti la consistenza degli effettivi che seguono ciascuna di queste direzioni.
Le nostre stime per l’anno scolastico 2016/17 dicono che il 43% seguiva un tirocinio in azienda, il 34% continuava gli studi o al liceo o alla scuola cantonale di commercio e il 23% stava formandosi in una scuola professionale a tempo pieno. Il mondo delle professioni, anzi dei mestieri, per usare un termine che sembra stia ritornando di moda, è dunque quello che maggiormente interessa i giovani ticinesi d’oggi. Circa due terzi dei giovani tra i 15 e i 20 anni stanno imparando un mestiere, seguendo la via tradizionale della formazione duale o frequentando una scuola professionale a tempo pieno.
In una recente conferenza stampa lo hanno ribadito anche i rappresentanti del Dipartimento dell’educazione della cultura e dello sport. Nel corso della stessa hanno inoltre presentato due interessanti rapporti che meritano di essere commentati. Il primo riguarda le scelte dei giovani al termine della scuola media e il collocamento a tirocinio. Come è già stato rilevato più volte, anche in questa rubrica, i giovani che terminano la scuola media esprimono scelte diverse da quelle che si realizzano poi negli anni seguenti. Nell’inchiesta del 2019, il 44% vorrebbe infatti continuare a studiare frequentando una scuola superiore. Per il tirocinio in azienda si è espresso invece solo il 29% degli allievi che hanno partecipato all’inchiesta. Un altro 22% ha invece scelto l’opzione della scuola professionale a tempo pieno.
Come si può constatare la quota degli allievi che preferisce la formazione in una scuola professionale a tempo pieno è praticamente uguale alla quota dei giovani che effettivamente si formano in una di queste scuole. Le due altre quote sono molto diverse da quelle effettive. Gli allievi che terminano la scuola media vorrebbero, in misura superiore a quella che poi si realizza effettivamente, continuare gli studi. Il tirocinio in azienda, invece, è, per loro, meno attrattivo. Si ha però l’impressione che, nel corso degli ultimi anni, forse in seguito alla creazione delle scuole universitarie professionali, la formazione professionale abbia, in questa inchiesta, guadagnato qualche punto rispetto all’opzione di continuare gli studi.
L’altro rapporto si occupa invece di quello che capita alla fine dell’apprendistato e presenta i risultati di un’inchiesta che si ripete ogni dieci anni. Il 32% dei giovani che hanno partecipato all’inchiesta ha dichiarato di voler continuare gli studi in una scuola del livello terziario mentre il 25% aveva già trovato un posto di lavoro. Il resto dei partecipanti all’inchiesta si divideva tra un 22% di giovani che stava cercando un posto di lavoro ma ancora non l’aveva trovato e un 21% che ancora non si era messo alla ricerca di una futura occupazione. Altro risultato importante di questa inchiesta è che il 92% di coloro che avevano già trovato un posto di lavoro l’hanno trovato nella professione imparata.
Una larga maggioranza, 70%, ha potuto continuare a lavorare nell’azienda nella quale hanno svolto il loro tirocinio. Queste percentuali non sono di facile interpretazione. Mentre ci si può rallegrare constatando che un quarto degli apprendisti che terminavano la loro formazione avevano, nel mese di maggio di quest’anno, già ottenuto un posto di lavoro, ci si può chiedere che cosa faranno quegli apprendisti, e sono più del 40%, che ancora non sanno quale futuro scegliere. Per gli autori del rapporto dipartimentale i risultati di questa inchiesta provano che esiste una domanda significativa di consulenza sul futuro professionale anche da parte dei giovani che già hanno concluso il loro tirocinio.
Alla stessa si dovrebbe poter meglio rispondere domani, quando questi giovani potranno fare ricorso ai servizi che metterà a disposizione la futura «Città dei mestieri della Svizzera italiana».