Piccioni e terrapiattisti

/ 22.04.2019
di Paolo Di Stefano

«Usate i Canadair per spegnere l’incendio, e agite subito!». Con questo milionesimo tweet, Donald Trump (1) ha espresso con fulminea tempestività la sua opinione su come risolvere seduta stante la tragedia di Notre-Dame. Gli esperti, però, hanno fatto notare al presidente americano (1) che gli aerei-cisterna utilizzati per spegnere l’incendio della cattedrale parigina avrebbero rischiato di far crollare tutto. «Non è possibile intervenire dall’alto perché il getto dell’acqua farebbe più danno che altro, bisogna avvicinarsi di lato con getti orizzontali, come stanno facendo i colleghi francesi»: è quel che ha dichiarato il direttore centrale emergenze dei Vigili del Fuoco italiani.

Personalmente, guardando le immagini televisive nella drammatica serata di lunedì scorso, avevo la tentazione di twittare il mio modesto, ma pur sempre rispettabile, punto di vista: non sarebbe stato meglio, piuttosto, liberare un gigantesco stormo di piccioni dopo averli rimpinzati di zucca e prugne, noti lassativi naturali, in modo tale che il monumento della Cristianità venisse crivellato di cacca coprendosi rapidamente di guano, acclarata sostanza ignifuga?

Mi era sembrato a occhio un rimedio ragionevole e non so che cosa mi abbia trattenuto dal postare il mio messaggio a beneficio degli sprovveduti pompieri francesi. Un mio amico, ospite a casa nostra per cena, continuava a incitarmi: «Mandalo, non si sa mai!». Finché la sua figlioletta, Sara, che stava lì davanti alla tv a occhi sgranati terrorizzata dalle fiamme, cominciò autorevolmente a sostenere un’altra tesi: secondo lei l’annaffiatoio e il secchiello con cui giocava in estate sulla spiaggia con le sue amiche sarebbero bastati a smorzare il fuoco e a risolvere quella maledetta faccenda.

Al che suo padre ha immediatamente postato su Facebook la geniale soluzione di sua figlia, invitando tutti i bambini del mondo a dare il proprio contributo e raccogliendo in un quarto d’ora 150 mila like, compreso quello autorevolissimo del presidente degli Stati Uniti (1).Viceversa, Samantha, la sorella maggiore di Sara riteneva, con i suoi brillantissimi nove anni, che soffiando tutti quanti insieme sullo schermo del televisore, da un capo all’altro del pianeta, si sarebbe prodotto un tale vento sull’incendio da annientarlo in un batter d’occhio.

Così ha postato la sua magnifica idea su Twitter, riscuotendo un consenso ancora maggiore di quello raccolto da Sara: 150 mila like in soli undici minuti, compreso quello del presidente americano (1).È la dimostrazione palpabile che grazie ai nuovi strumenti digitali ciascuno di noi può dare il suo straordinario e gratuito contributo a ogni tipo di emergenza umanitaria: i bambini possono suggerire come domare gli incendi, un presidente americano (1) può suggerire l’uso dei Canadair, le nonne possono collegare il cortocircuito con il terrorismo islamico. I complottisti sono all’opera.

Il lattaio può sospettare un complotto massonico, il vicino di casa terrapiattista può insinuare l’immancabile zampino del Vaticano, il terraquadratista può invocare il colpo basso dei marziani, Trump (1) può prendersela con i seguaci indomiti di Hillary Clinton, che visibilmente hanno tutto l’interesse a dar fuoco alla cattedrale parigina perché sanno che il presidente americano (1) non riuscirà a resistere e sparerà la sua stupidata su Twitter diventando per qualche ora lo zimbello di mezzo mondo. Comunque, vince sempre chi raccoglie più consensi nei social.

Il mondo sconvolto. Notre-Dame non c’è più ha titolato il giorno dopo un autorevole giornale italiano. Ma chi accendeva il televisore, dopo aver letto quel titolo, rimaneva ancora più sconvolto nel constatare che Notre-Dame era sì un po’ ammaccata, ma non era affatto sparita, era ancora lì: l’avranno ricostruita di notte?, era l’interrogativo. Macché. Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che per ricostruire basteranno cinque anni, mentre gli ingegneri sostengono che ce ne vorranno tra i 15 e i 20. Alcuni si spingono addirittura fino ai 50.

La piccola Sara non ha resistito a dire la sua: ha azzardato che secondo lei in un mesetto bisognerebbe riuscirci facilmente e il suo post, diventato virale, ha raccolto anche il festoso «like» di Trump (1) accompagnato dall’esortazione ai francesi: «Do not hesitate! Hurry, hurry!».

Nei giorni successivi alla catastrofe parigina, si è diffusa nei social la voce che ad appiccare l’incendio siano stati gli eredi di Victor Hugo per rilanciare i suoi romanzi e naturalmente incassare i diritti d’autore: in effetti Notre-Dame de Paris è diventato il best seller della settimana, ma si è scoperto che i diritti sono scaduti da oltre mezzo secolo. In compenso, il gobbo Quasimodo è diventato un eroe del nostro tempo. Da non far sapere ai soliti complottisti: potrebbero sospettare il concorso colposo dei figli e/o dei nipoti del poeta siciliano. Quello di Ed è subito sera.