Perché è rifiorita l’economia americana

/ 19.08.2019
di Angelo Rossi

Dieci anni fa, per effetto della crisi bancaria, l’economia degli Stati Uniti si trovava in una situazione di profonda crisi. Oggi, invece, è ritornata a fiorire e può continuare a proporsi come l’economia più forte a livello mondiale. In un interessante articolo, pubblicato di recente dalla NZZ, Christiane Hanna Henkel, corrispondente del giornale da Nuova York, ha presentato quelle che per lei sono le cause all’origine di questa ripartenza non dimenticandosi di accennare, in chiusura di articolo, anche a qualche aspetto preoccupante. Si tratta di un’analisi che mi è sembrato interessante riproporre ai lettori.

La prima causa è costituita dal fatto che le banche americane sono tornate a dominare il settore finanziario a livello mondiale grazie, da un lato al sostegno dello Stato e, dall’altro, al progredire della concentrazione nel settore. Nell’elenco delle cause all’origine della sorprendente ripresa dell’economia degli Stati Uniti, la Henkel elenca poi l’emergere di quella che lei chiama l’economia della piattaforma digitale. Si tratta dello sviluppo di grosse aziende che sfruttano una materia prima relativamente nuova: i dati. I casi più noti di queste piattaforme digitali sono rappresentati da ditte come Amazon, Alphabet (il conglomerato proprietario di Google), Facebook. L’attività che loro consente di guadagnare miliardi è quella di far incontrare domanda e offerta per uno o più beni e servizi, servendosi per l’appunto di una piattaforma digitale che gestisce dati. Vale ancora la pena di ricordare che in questo nuovo settore dell’economia (che assomiglia molto al settore quaternario la cui nascita era stata anticipata, verso la metà degli anni Cinquanta dello scorso secolo, da economisti come l’australiano Colin Clark e il francese Fourastié) i soli concorrenti dei colossi americani sono le piattaforme digitali cinesi. Come terza causa di peso Henkel cita la scomparsa dei classici conglomerati industriali (per esempio GE, ossia la General Electric) e la nascita di nuovi tipo di conglomerato nel digitale. Amazon, Apple, Microsoft, Alphabet e Facebook utilizzano le loro eccedenze per finanziare lo sviluppo di nuove iniziative. Amazon, per esempio, non si limita più a vendere prodotti online ma ha aggiunto alle sue attività servizi per la memorizzazione di dati, una piattaforma pubblicitaria, la produzione di film e comincia anche a penetrare nel settore della salute.

Delle otto cause, elencate da Henkel nel suo articolo, vogliamo ancora citarne due. La quarta che la giornalista chiama «Silicon Valley 2.0» per sottolineare il cambiamento di marcia avvenuto, nel corso degli ultimi dieci anni, in questa mecca del digitale e del turbocapitalismo. Il successo di questa localizzazione è dovuto all’accoppiamento dell’industria del capitale a rischio – ormai internazionalizzata – con l’innovazione tecnologica prodotta in situ. La quinta causa è costituita dall’affermarsi – a livello mondiale – dello «Smartphone», che ha fatto partire una vera e propria rivoluzione in tutte le attività che servono masse di consumatori. Non si tratta solo dei piccoli servizi di informazione offerti dalle App di questo mini-computer ma anche del fatto che, grazie alla sua diffusione, hanno potuto svilupparsi, partendo praticamente dal niente, aziende come Uber e Airbnb che oggi hanno una dimensione mondiale. Lo stesso ruolo di scompaginatore del mercato lo «Smartphone» lo ha avuto nel mercato dell’intrattenimento. Basti pensare alla diffusione raggiunta oggi dall’App Netflix e dai suoi concorrenti. Lo sviluppo dell’economia messo in atto da questi cambiamenti ha però generato anche nuovi problemi. Christiane Hanna Henkel li enumera negli ultimi tre punti del suo intervento. L’economia americana si è politicizzata. In sé non si tratta di un fatto negativo. Tuttavia l’esigenza di dover prendere posizioni nei conflitti politici del paese può creare più di una difficoltà a proprietari e dirigenti delle grandi aziende americane. Henkel osserva poi che quando il successo economico si basa su ristrutturazioni e misure di risparmio l’opinione pubblica reagisce in modo negativo contro l’economia. Infine l’autrice di questa analisi ricorda che nel corso del decennio è cambiato anche il rapporto degli USA con la Cina. Purtroppo non in meglio.