In una conferenza stampa del DECS, il nostro Dipartimento per l’educazione la cultura e lo sport, tenutasi di recente, è stato fatto il punto in materia di formazione professionale e si sono presentati i due progetti che il Dipartimento sta mettendo a punto per migliorare la situazione in questo campo. Le informazioni che si possono rilevare dalla documentazione disponibile non sono molte. Si può comunque venire a sapere che il primo progetto, denominato «Più duale», persegue, come obiettivo principale, l’aumento dell’offerta di posti di tirocinio. Da qui al 2023 la stessa dovrebbe aumentare di 800 unità, ossia di un po’ più del 20%. Questi 800 posti di apprendista in più dovrebbero però anche servire per allargare l’offerta nelle professioni attualmente più ambite dai ragazzi e dalle ragazze che scelgono la via della formazione duale.
Non si tratta quindi solamente di impegnarsi per far aumentare il totale dei posti di tirocinio, ma anche di pilotare questo aumento perché corrisponda di più alle richieste dei giovani che intendono iniziare un tirocinio. Pensiamo di non esagerare definendo l’obiettivo di questo progetto come molto ambizioso. Le intenzioni del Dipartimento si possono capire quando si tiene conto del secondo progetto, il progetto «Obiettivo 95%». Lo stesso vorrebbe assicurare che tutti i giovani residenti nel cantone, terminata la scuola media e almeno fino ai 18 anni, siano seguiti e accompagnati in un progetto di formazione individuale che consentisse loro di ottenere un diploma del secondario superiore.
Anche questo obiettivo non sarà facile da conseguire. Nella realtà del nostro mercato del lavoro sono infatti le aziende che definiscono il fabbisogno di apprendisti. Di conseguenza, come riconoscono gli stessi orientatori professionali del Dipartimento, non è purtroppo sempre possibile sposare l’offerta che viene dalle aziende con le richieste avanzate dai giovani che vorrebbero iniziare una formazione duale. Con una eccezione, naturalmente, quella costituita dai posti di apprendista offerti dalle amministrazioni e dalle aziende del settore pubblico, in particolare da quelle del Cantone. Non pensiamo però che sia intenzione del Dipartimento di creare gli 800 nuovi posti di apprendista previsti dal progetto «Più duale» unicamente nel settore pubblico. I promotori del progetto, infatti, auspicano di poterli realizzare soprattutto appoggiandosi sulle aziende del settore privato. Si tratta di una bella sfida e noi facciamo voti perché riesca.
Al di là però del problema di far quadrare i bisogni delle aziende private in apprendisti con le aspirazioni dei giovani che intendono avviare una formazione professionale, l’evoluzione futura delle attività lavorative pone, secondo noi con sempre maggiore urgenza un quesito: quello di sapere se il nostro modello di formazione professionale, ancora molto impostato sulla specializzazione in una professione, dai caratteri e dalle competenze chiaramente definiti, potrà resistere ai cambiamenti che digitalizzazione e robotizzazione delle attività di lavoro introdurranno nel prossimo futuro.
Si parla, spesso e volentieri, di una quarta rivoluzione tecnologica che dovrebbe rendere obsolete un gran numero di qualifiche professionali e, contemporaneamente, farne sorgere delle nuove. Per effetto di questi cambiamenti è praticamente impossibile descrivere come sarà la «città dei mestieri» dell’economia ticinese tra dieci o venti anni. Aspettiamo di ricevere qualche informazione dal gruppo ad hoc creato dal Dipartimento delle finanze per analizzare gli sviluppi e i problemi del mercato del lavoro del futuro. Tuttavia non è azzardato pensare che anche nel mondo delle piccole e medie aziende ticinesi, la formazione tenderà a dispensare conoscenze e competenze più generali di quanto non si faccia nel modello duale di oggi.
Il lavoratore del futuro sarà tenuto non solo a imparare una professione ma dovrà anche essere in grado di cambiarla, se l’evoluzione tecnologica dovesse dettare un cambiamento.