Nuovi investimenti nella rete ferroviaria

/ 03.12.2018
di Angelo Rossi

Desta attualmente discussioni e commenti il messaggio del Consiglio federale alle Camere concernente gli investimenti nell’infrastruttura ferroviaria fino al 2035. Si tratta di un messaggio deludente per i ticinesi perché il nostro governo federale non ha ritenuto la proposta di inserire, già in questo programma di infrastrutture ferroviarie, la proposta di prolungare l’Alptransit, da Lugano sino al confine. Con grande probabilità la stessa sarà riformulata in sede di esame parlamentare e con la stessa probabilità verrà respinta dalla maggioranza dei deputati sia nella Camera bassa che in quella alta. È infatti difficile che una formula di distribuzione, elaborata con infinita pazienza durante la preparazione del programma di investimenti e, soprattutto, durante la lunga fase di consultazione sulle proposte del Consiglio federale, venga ribaltata (perché questo sarebbe l’esito se si accogliessero le rivendicazioni dei ticinesi) in sede di dibattito parlamentare. Chi auspica che l’Alptransit venga terminata dovrà purtroppo continuare a condurre la sua battaglia. Movendosi se del caso anche in sedi extra-parlamentari.

Ma torniamo alla chiave di ripartizione dei mezzi auspicata dal messaggio del Consiglio federale. Intanto ricordiamo che la somma da investire complessiva è di 11,5 miliardi. Anche su questo montante ci fu, a suo tempo, un po’ di maretta perché i rappresentanti delle diverse regioni del paese avrebbero aumentato volentieri questa somma di almeno un paio di miliardi. Di nuovo, non è detto che in sede parlamentare anche il montante totale torni ad essere discusso. Tuttavia è difficile che venga aumentato perché, da parte governativa, si citeranno i limiti della gestione finanziaria che, attualmente, comprimono gli aumenti di spesa, anche quando i mezzi vengono destinati a investimenti sicuramente positivi per lo sviluppo della mobilità nel nostro paese. Per la distribuzione di questi mezzi la Svizzera è stata divisa in 6 regioni e cioè: Svizzera occidentale, Zurigo, Svizzera nord-occidentale (la regione attorno a Basilea), Svizzera centrale, Svizzera orientale e Ticino. La domanda di investimenti ferroviari da parte di queste regioni è sicuramente diversa e, altrettanto sicuramente, riguarda progetti di diversa importanza. Nella procedura di scelta dei progetti da finanziare si è proceduto accordando la priorità ai progetti più urgenti. Quali siano questi progetti e quali saranno le regioni che maggiormente profitteranno dei mezzi della Confederazione è presto detto. Se dividiamo il traffico ferroviario in traffico passeggeri e traffico merci ci accorgiamo che nella scelta dei progetti da promuovere il Consiglio federale – seguendo ovviamente le raccomandazioni che gli saranno state fatte dalle FFS – ha dato la priorità al traffico passeggeri, privilegiando così le regioni metropolitane del nostro paese: Zurigo in primis, ma anche Basilea e Ginevra-Losanna.

Non sorprende quindi constatare che esiste un altissima correlazione tra la grandezza della popolazione residente nella regioni ritenute e l’importanza del montante di investimenti che il Consiglio federale si propone di realizzare. Così il Ticino, che è la regione più piccola, è anche la regione che riceve meno mezzi: la proposta del Consiglio federale è di 900 milioni di franchi. La Svizzera occidentale, che conta quasi dieci volte di più abitanti del Ticino è invece la regione che riceverà più mezzi: 8,8 miliardi di franchi. Tra i progetti da realizzare in questa regione spicca, per importanza della spesa, il compimento del secondo binario del tunnel del Lötschberg che richiederà una spesa di 900 milioni, il che consentirà la realizzazione di un orario cadenzato con un treno ogni mezz’ora tra il Vallese e Berna. Il programma di investimenti del Consiglio federale ha fatto felici i vallesani ma ha deluso non solo i sostenitori del compimento dell’Alptransit: anche altre regioni del paese hanno visto i loro progetti rimandati, in particolare Lucerna che, da decenni ormai, si batte per avere una stazione di transito e non di capolinea. La discussione sul messaggio del Consiglio federale sarà dunque agguerrita, specialmente nel Consiglio degli Stati. Tuttavia, che dalla stessa possano uscire modifiche di peso è, come abbiamo già rilevato, molto improbabile.