Vi ricordate il magnifico monologo pronunciato dal replicante Roy Batty sotto la pioggia nel film Blade Runner? «Io ne ho viste di cose che voi umani non potreste nemmeno immaginarvi, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andavano perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire». Commovente, splendida confessione che ha segnato la storia del cinema (6– tanto per essere cauti). Era l’esperienza fantascientifica del replicante che prova sentimenti più umani dei sentimenti umani e avverte sulle mutazioni terribili che potrebbero arrivare dal futuro.
Ebbene, io ne ho viste di notizie che noi umani non potremmo o non avremmo potuto neanche immaginare. Per esempio, notizie sulle «buste paga» di certi sportivi, manager, attori, imprenditori, liquidazioni faraoniche, ingaggi mostruosi, cachet spaventosi: da lasciare a bocca aperta i poveri umani che tirano avanti con stipendi più o meno normali nel tempo della crisi interminabile. Alla faccia del migliore dei mondi possibili (così gli esperti definiscono la democrazia occidentale), le disparità fanno girare la testa come se vivessimo in un film fantascientifico o in un romanzo distopico.
Valore dell’orologio indossato da Cristiano Ronaldo durante una conferenza stampa: due milioni di euro. È un cronografo tempestato di diamanti bianchi e rossi realizzato da Jacob & Co, di cui il giocatore della Juventus è testimonial dal 2013. Da notare che Ronaldo è lo stesso straordinario campione (6) che prima di trasferirsi in Italia è stato condannato dal fisco spagnolo per quattro reati fiscali (1): ha evitato due anni di carcere dichiarando la propria colpevolezza e pagando 19 milioni di euro per sanare il reato. In compenso, in Italia, grazie alla cosiddetta flat tax per i ricchi, se la caverà versando la «miseria» di 100 mila euro all’anno per regolare le pendenze fiscali sui diritti di immagine maturati all’estero.
Esibire orologi e macchine di stralusso, matrimoni sontuosi, bagordi milionari è un’abitudine ripugnante in generale, ma ancora più immonda se, togliendosi provvisoriamente i bigliettoni da 500 euro dagli occhi, ai riccastri in questione basterebbe accendere un televisore per accorgersi della miseria del mondo. Ebbene, una blogger che si chiama Chiara Ferragni ha organizzato la festa di compleanno del marito, un cantante rap che si chiama Fedez, in un supermercato invitando un sacco di amici autorizzati a prendere direttamente la merce dagli scaffali e a consumarne a volontà, senza limiti né ritegno. Questa tale Ferragni è diventata molto famosa e ricca come «influencer di moda più importante al mondo». Ed essendo l’«influencer» un individuo capace di orientare i comportamenti di acquisto della gente comune grazie al seguito di cui gode su internet, questa tale Ferragni che ha milioni e milioni di amici, con un ghigno, un birignao o una frasetta riesce a far vendere vagonate di scarpe, mutande e gioielli.
Grazie alla gigantesca abbuffata spaccona del supermercato, i due simpatici spacconi (voto: –1 milione) sono però stati ricoperti di insulti sui social per via dello scialo di cibo che hanno esibito senza inutili scrupoli morali nei confronti dei tanti che quotidianamente vanno a fare la spesa con gli spiccioli contati. Avendo saputo in tempo reale della sollevazione indignata e avendo capito al volo che i milioni di seguaci rischiavano di ridursi andando a scalfire il potere di «influency» della «influencer», i due giovani cafoni hanno pensato: «Perché non diciamo che il cibo lo diamo in beneficenza?». Anzi, non l’hanno solo pensato ma se lo sono sussurrato. Cadendo così nella trappola più beffarda (un contrappasso dantesco): perché siccome tutto ciò che fanno vogliono che sia filmato e trasmesso in diretta, sono stati traditi dalla loro stessa forza. Insomma, il labiale è stato subito smascherato: «Diciamo che il cibo lo diamo in beneficenza».
Ma il peggio è arrivato dopo. Con le scuse pacchiane della ricca «influencer»: «Volevamo organizzare una festa a sorpresa a Fede, e festeggiarla in una location diversa dal solito… Mi sembrava di realizzare uno dei miei sogni da bambina, e di poter far vivere anche a Fede e a tutti gli invitati un’esperienza unica». E avanti farneticando sulla location e sulla «simpatia» e sulla «goliardia» dei balli da bulli con le verdure e la frutta tra le mani, del lancio dei panettoni, delle bottiglie infrante, delle corse con i carrelli.
Tutto molto molto carino (voto complessivo per la coppia: doppiamente inclassificabile) e pensato con tutto il cuore a vantaggio dei bisognosi e dei poveri: «In più occasioni abbiamo dimostrato di tenerci e di avere un occhio di riguardo per chi non ha avuto la stessa fortuna». Quale fortuna? La cafonaggine, la sfacciataggine o l’imbecillità? O la fortuna di essere «influencer» disponendo delle tre qualità insieme?