Libri gasatissimi

/ 09.07.2018
di Paolo Di Stefano

Che cosa c’è dietro un libro? C’è di tutto, in genere ci sono persone e storie di amicizie e inimicizie che neanche possiamo immaginare. Come quelle che racconta Gabriele Sabatini in Visto si stampi (Italosvevo editore). Il libro merita 5½, perché l’autore scrive bene e sa di che cosa parla, essendo gran conoscitore della storia editoriale e lavorando come editor di una casa editrice che fa ancora cultura e ricerca (la Carocci, 5+). Dice Cesare De Michelis, il patron della Marsilio, nella prefazione: «Ci sono gli editori che cambiano il titolo a un libro senza neppure avvertire l’autore, censori che ne bloccano la circolazione solo per aver equivocato sul senso che aveva o voleva avere, libri che ronzano in testa per anni prima di venir fuori o che hanno bisogno di un’autentica levatrice, libri che suscitano subito calorosi entusiasmi e altri che incontrano durature incomprensioni, e poi ci son libri che nascono in serie già raccolti in collane e altri che vagano solitari e forse un po’ unici».

Prendiamo un libro come Viva Caporetto!, un saggio narrativo di quel mattoide di Curzio Malaparte che raccontava la sconfitta come fosse una specie di insurrezione popolare, sul tipo della rivoluzione russa, fallita per l’incapacità dei generali. Il libro esce all’inizio del 1921 per la Tipografia Martini di Prato. Il titolo, per chi aveva giustamente vissuto Caporetto come una disfatta, desta scandalo. Per di più l’autore si firma con il suo vero nome: Kurt Erich Suckert. Nome tedesco, dunque nome del nemico. L’autore si inventa un testo pubblicitario paradossale e falso, dove parla di un libro scritto a Varsavia «durante l’assedio bolscevico» e fa credere che il volume abbia avuto un grande successo all’estero. Tanto basta perché parta il sequestro. L’autore non molla e fa ricopertinare le copie stampate con un nuovo titolo: La rivolta dei santi maledetti. Parte un nuovo sequestro con la minaccia di far sparire, prima o poi, anche l’autore. Dopo la marcia su Roma, Malaparte riparte: questa volta con più successo, anche se gli vengono imposte numerose modifiche e una introduzione che eviti l’equivoco del disfattismo. Ma il terzo sequestro arriva comunque inesorabile nel 1923. Passeranno sessant’anni perché il libro possa uscire liberamente.

Se un tempo i libri fisicamente presenti venivano fatti sparire, oggi si realizza il fenomeno opposto (2): far vivere libri che non esistono ancora (e che purtroppo esisteranno). Collocarli in classifica ben prima che escano. Raccontava l’altro giorno Raffaella De Santis sulla «Repubblica» che la nuova trovata del marketing editoriale si chiama pre order: è la possibilità di prenotare un titolo prima che appaia in libreria e, sulla base delle richieste virtuali, inserirlo subito tra le top ten per accelerare l’interesse. La scorsa settimana la classifica di Amazon aveva tra i più venduti il fantasma di un libro intitolato Disperata & felice (Mondadori), della cantante, attrice e soprattutto blogger Julia Elle (s.v. che significa «senza voto»). La trentenne torinese, sempre in tiro anche quando vuole sembrare disfatta dalla maternità, ha ideato la serie web disperatamentemamma (s.v.), dove propone scene domestiche di vita quotidiana prima e dopo la nascita dei due figli, «spannolinamento» compreso… Insomma, una colossale operazione di marketing alle spalle della prole, che viene gettata in pasto a centinaia di migliaia di followers ansiosi di farsi i fatti loro (dei bambini). Non è difficile intuire come cresceranno quei poveri figli, protagonisti inconsci di una sorta di Truman Show casalingo; né è difficile intuire come crescono i bambini che seguono sul video le banali performance dei poveri figli di Julia Elle. La quale ha lanciato (ovviamente in video) la sua siurpràis letteraria, ravviandosi mille volte i bei capelli biondi, con queste gasatissime parole: «Sono gasatissima, non vedo l’ora che lo leggiate… ho già ricevuto tanti commenti bellissimi, grazie grazie grazie, io sono gasatissima, ciao ciao ciao, siete carinissimi, grazie. Domani esce il libro, ragazzi, sì, domani esce il libro, sono gasatissima, supercontenta, sì!!!». Molto divertente (1 alla irresistibile simpatia). Molto divertente anche il sottotitolo del libroide: «Diario segreto di una mamma». Segreto?!? Chissà che straordinari segreti in un libro che nasce da una serie video guardata da centinaia di migliaia di potenziali lettrici. Le quali commentano con tanti punti esclamativi che vi risparmio: «Sei stupenda», «Mi fai morire», «Bella e simpatica», «Sei un fenomeno», «Sei un portento», «Sono morta dalle risate»…

Resterebbe da riflettere sulla differenza tra libro e libroide, su come il secondo uccide il primo, sulla lettura e sulla pseudo-furbizia di pseudo-editori che concentrano la loro attenzione su pseudo-diari pseudo-segreti, buoni ad accalappiare pseudo-lettori per avere alla fine dell’anno pseudo-bilanci pseudo-positivi. E poi piangere la Caporetto di un mercato librario sgasatissimo. Quello libero o pseudo-libero, e senza minacce di sequestri.