Nelle scorse settimane si sono tenuti gli esami di maturità e ora diverse centinaia di giovani ticinesi sono in possesso dell’attestato che consente loro di accedere agli studi universitari. Verso quale studio si orienteranno per soddisfare i loro ideali e le loro ambizioni di carriera? Quando si discute delle scelte accademiche dei nostri giovani si pensa di solito che le stesse siano frutto di più o meno lunghi periodi di riflessione durante i quali ognuno di loro valuta verso quale facoltà orientarsi. Anche se tutte le università oggi dispongono di un sito in internet è probabile che la scelta della disciplina accademica dipenda ancora dalle informazioni che ottiene da compagni di scuola, più vecchi di qualche anno, che già frequentano l’università, o da parenti la cui esperienza accademica, però, è vecchia di qualche decennio.
In una situazione di questo genere è piuttosto verosimile che le scelte espresse dai maturandi si riproducano nel tempo e che, con il passare delle generazioni, si costituiscano vere e proprie dinastie di avvocati, medici, ingegneri o insegnanti. Il pericolo di una situazione di questo genere è che i maturandi continuino a scegliere certe formazioni anche quando queste non sono più richieste dal mercato del lavoro. Le statistiche sull’evoluzione della struttura degli studenti universitari ticinesi ci offrono però un’immagine diversa. In effetti la distribuzione degli studenti ticinesi tra le facoltà accademiche continua a cambiare. Disponiamo di dati dal 1860.
In quell’anno, gli studenti universitari ticinesi erano appena 79; nel semestre invernale del 2015 il loro numero si avvicinava invece, senza contare quello degli studenti delle Scuole universitarie professionali, ai 5000. Se occorresse mostrare con un solo indicatore l’ampiezza del cambiamento economico e sociale conosciuto dal Ticino nel corso degli ultimi 150 anni, basterebbe citare l’aumento degli studenti universitari . Siccome le formazioni universitarie, nel corso di un secolo e mezzo, si sono evolute perché sono nate nuove discipline, mentre discipline tradizionali hanno conosciuto processi di scissione dai quali sono pure uscite nuove possibilità di formazione, l’esame dell’evoluzione della struttura delle formazioni accademiche si può fare solo aggregando le molte discipline di oggi in pochi gruppi dagli orientamenti scientifici abbastanza vicini. Come indicatore dell’evoluzione ho ritenuto la quota degli studenti di ciascuna disciplina o gruppo disciplinare nell’effettivo totale. Con i valori di queste quote si possono disegnare curve di evoluzione che indicano di fatto come le scelte accademiche dei giovani maturandi ticinesi siano cambiate nel tempo.
Vi sono quote che continuano a crescere, in modo consistente, dal 1860 al 2015. Si tratta di quelle facoltà che nell’ordinamento universitario svizzero-tedesco vengono definite come Fil 1 e Fil 2. Fil 1 comprende la Filosofia, le Lettere, la Storia, la Psicologia, le Scienze sociali e le Scienze politiche. Nel 2015 il 35,8% degli studenti ticinesi era iscritto a una di queste facoltà. Fil 2 comprende invece le scienze naturali e le scienze esatte e la sua quota è passata da 0, nel 1860, a 17,2% nel 2015. La teologia è invece la disciplina la cui quota nel totale degli studenti è sempre andata diminuendo, dal 1860 a oggi. Mentre nell’Ottocento era la facoltà con la quota più elevata di studenti (30,4%) oggi i suoi studenti non rappresentano nemmeno più 1% del totale. Gli altri tre gruppi di discipline scientifiche hanno invece conosciuto una curva di evoluzione ad arco. La stessa ha raggiunto il suo valore massimo nel 1950 per poi, in seguito, cominciare a discendere. Si tratta di tre gruppi di discipline: il gruppo diritto e economia, il gruppo medicina, farmacia e veterinaria e il gruppo delle scienze tecniche che include anche gli architetti. Mentre la quota degli studenti di diritto e economia, nel 2015, era uguale alla quota del 1860 (25%), quella degli studenti di scienze mediche e degli studenti di scienze tecniche era scesa, nel 2015, a un valore prossimo al 10%, dopo aver toccato, nel 1950, un valore massimo del 27,5% per le scienze mediche e del 20% per quelle tecniche.
I giovani accademici ticinesi, dunque, oggi scelgono le discipline che studiano la società. Al di là delle opportunità di carriera che, a dire il vero, non sono brillanti, su questa scelta influisce certamente il fatto che le discipline di Fil 1 sono quelle in cui si iscrivono quasi la metà delle studentesse (47,8%).