La pazienza del pavimento

/ 16.10.2017
di Paolo Di Stefano

Come venivano collocati i 50 mila volumi della famosa biblioteca di Umberto Eco? Che cos’è «l’ordine geologico» di Roberto Calasso, lo scrittore ed editore di Adelphi? E come ha fatto la signora Shaunna Raycraft a raccogliere in casa 350 mila libri? Giuseppe Pontiggia si chiedeva giustamente se ci fosse qualcosa di più folle della furia di accatastare libri: lui ne aveva in casa (e in una «garçonnière» acquistata ad hoc) circa 40 mila, in parte collocati su scaffali appesi al soffitto dei corridoi, che chiamava «Galleria aerea». Un altro pazzo bibliomane è Ambrogio Borsani, scrittore per ragazzi, autore di numerosi racconti di viaggio e fondatore della rivista di storia del libro «Wuz» (6–). Ora la sua passione folle per il libro (di carta, ovvio) è diventata un libro su follia e disciplina nelle biblioteche di casa (L’arte di governare la carta, Editrice Bibliografica). Un labirinto tra libri, biblioteche, bibliomania, bibliofilia.

Furore è la parola esatta. Anatole France confessò di non resistere alla tentazione di acquistare qualcosa ogni volta che si avvicinava a una bancarella. Ma aggiungeva tristemente: «Al rientro, devo affrontare le grida della governante, che mi accusa di sfondare tutte le tasche e di riempire la casa di cartacce fatte apposta per attirare i topi» (4 – alla governante). Borsani fa un passo oltre e si mette nei panni del libro: immagina come si possa sentire un nuovo arrivato in una casa grondante di suoi simili con cumuli di volumi impilati sul pavimento, in un caos studiato, esibito o semplice frutto di casualità.

Niente di così grondante nelle biblioteche private del passato: Francesco Petrarca possedeva qualche centinaio di codici da cui non voleva però separarsi, al punto da organizzare, nei suoi numerosi viaggi, carovane di cavalli carichi di volumi (6 d’incoraggiamento ai cavalli). Sappiamo che anche François Rabelais, oltre un secolo dopo Petrarca, aveva l’abitudine di accompagnarsi, nei suoi vagabondaggi, con una cassapanca portatile colma di libri. Esempio seguito nel Novecento da Ernest Hemingway, che girovagando per il mondo non rinunciava mai al baule-biblioteca: una versione personalizzata, con ripiani e un vano per la macchina da scrivere, gliela fornì nientemeno che Gaston Louis Vuitton (5+ alla generosità del maestro delle borse). Per chi non ama i grandi viaggi e vuole sfruttare ogni millimetro del suo appartamento, torna utile il cosiddetto modello-Leopardi, quello che possiamo ammirare nella casa del poeta a Recanati, dove papà Monaldo (6– al suo pragmatismo) decise semplicemente di impiantare mensole ovunque, da angolo ad angolo e dal pavimento al soffitto, senza tanti fronzoli. Geometria alla Mondrian.

Una soluzione non comodissima è quella adottata dal famoso stilista Karl Lagerfeld (2 di scoraggiamento a eventuali imitatori) che nel suo appartamento parigino decise di sistemare i suoi 60 mila libri in orizzontale, cioè compressi di piatto uno sull’altro, in modo da renderne impossibile l’estrazione. Gli inconvenienti possono essere anche più gravi. Per chi avesse problemi di labirintite da libro e non riuscisse a raccapezzarsi nella confusione e nell’eccesso, Borsani espone vantaggi e svantaggi dei vari ordinamenti: alfabetico per autore, cronologico, per argomento, per collane, per patrie o lingue. Senza mai dimenticare i pericoli più seri. Racconta Borsani che un suo amico, che viveva in una casa d’epoca, ebbe l’insana idea di tirar su una libreria come parete divisoria di un ampio locale: sicché il pavimento che si reggeva su travi di legno cominciò a imbarcarsi minacciando lo sfondamento. Per fortuna i vicini del piano di sotto (6+ alla tempestività) sentendo qualcosa scricchiolare sulle loro teste fecero intervenire i pompieri un po’ prima della catastrofe.

Qualcosa di simile accadde anche alla citata signora Shaunna Raycraft (1–), che nel 2011 acquistò per 823 dollari la modica quantità di 350 mila volumi da un’anziana vedova determinata a consegnare alle fiamme l’indomabile patrimonio librario del marito defunto. Shaunna fu alle prese con il trasloco per ben nove mesi dovendo anche comperare una casetta di legno senza fondamenta per ospitare quella immensa massa cartacea, finché il marito (6+++) decise di abbandonare il tetto coniugale con sotto la moglie (con tre figli) e quella sterminata biblioteca. Risultato: quando la casa prese a collassare, anche l’ostinazione della forsennata bibliomane canadese dovette rassegnarsi al falò.

(A proposito, come reagire di fronte all’ospite importuno che, gettando uno sguardo sorpreso sulla tua libreria stracolma di decine di migliaia di libri, ti chiede: «Li ha letti tutti?». Umberto Eco consigliava di scegliere lì per lì fra tre possibili risposte: A. «Non ne ho letto nessuno, altrimenti perché li terrei qui?»; B. «Di più, signore, molti di più»; C. «No, quelli che ho già letto li tengo nel mio studio in università, questi sono quelli che devo leggere entro la settimana prossima»)