Sono appena stati pubblicati i dati concernenti il pre-consuntivo del Cantone Ticino per il 2019. La buona notizia è che anche quest’anno il Cantone realizzerà un avanzo. Alla fine di aprile si prevedeva che il conto finanziario chiudesse, a fine anno, con un avanzo di 73,3 milioni di franchi contro un disavanzo di preventivo di 11,5 milioni. Dunque anche per il 2019 i risultati effettivi della gestione finanziaria del Cantone saranno migliori di quelli anticipati nel preventivo. È interessante chinarsi una volta su questo confronto per chiedersi perché il saldo del consuntivo sia sempre migliore di quello del preventivo. Intanto osserviamo che, nei venti esercizi finanziari dal 2000 al 2019, questo evento si è prodotto 19 volte. Solo nel 2013 il saldo del conto finanziario nel consuntivo è stato peggiore di quello anticipato nel preventivo. Si tratta di una regolarità degna di lode. Significa infatti che i responsabili della gestione finanziaria del nostro piccolo Stato riescono sempre a far meglio, in sede di consuntivo, di quanto loro imposto dal parlamento con il preventivo.
Non tutti i parlamentari condivideranno questa valutazione. A destra e a sinistra dell’emiciclo vi sono infatti deputati che pensano che la proposta di preventivo che viene loro sottoposta dal governo sia un documento eminentemente politico nel quale spesso e volentieri il Consiglio di Stato, e per esso il ministro delle finanze, anticipa, a fini strategici, un risultato negativo. In primo luogo per coprirsi le spalle, nel caso in cui un colpo di freno nella congiuntura dovesse rallentare l’evoluzione delle entrate, o, nel caso in cui decisioni della Confederazione o un insufficiente controllo dell’evoluzione delle uscite dovesse portare a un aumento inatteso delle stesse. In secondo luogo per moderare gli appetiti del parlamento in relazione a possibili aumenti di spesa o a nuovi interventi che creassero nuove voci di spesa.
Ma se il preventivo fosse solamente un documento manipolato a fini strategici dall’esecutivo ne andrebbe della sua attendibilità. Per questa ragione gli specialisti delle finanze pubbliche sostengono che la differenza tra il saldo del preventivo e quello del consuntivo dovrebbe essere minima. In generale, non dovrebbe, salvo casi speciali, superare il 5% del totale della spesa che figura nel conto finanziario del consuntivo. Si tratta di un problema di previsione non facile da risolvere. Infatti mentre l’esecutivo può controllare, abbastanza agevolmente, l’evoluzione della spesa, lo sviluppo delle entrate dipende sostanzialmente da fattori esterni sui quali l’esecutivo di un Cantone non ha molta influenza.
Ma che ne è dell’efficienza previsionale del preventivo del Cantone Ticino? Nel corso degli ultimi venti anni, la differenza tra saldo del preventivo e saldo del consuntivo del conto finanziario del Cantone è stata quasi sempre moderata. In 12 esercizi la stessa è stata inferiore al 4% della spesa registrata in consuntivo. Non solo, ma, nel corso del tempo, la capacità previsionale dei responsabili delle nostre finanze è di fatto notevolmente migliorata. In effetti, mentre negli esercizi dal 2000 al 2009, l’errore di previsione medio sul saldo era ancora del 5,8%, negli esercizi successivi si è ridotto al 2,4%, cioè a meno della metà. Questo significa che, nel corso degli ultimi anni, i preventivi del nostro Cantone sono diventati sempre più attendibili. Pensiamo che a migliorare l’efficienza delle previsioni finanziarie abbiano contribuito, in questi ultimi anni, oltre all’inflazione moderata, anche il basso tasso di crescita e la rivoluzione nel digitale.