Innovazione, qualche nuvola all’orizzonte

/ 20.03.2017
di Angelo Rossi

Il KOF, istituto di ricerche economiche del Politecnico di Zurigo, ha appena pubblicato il suo rapporto biennale sull’evoluzione delle attività di innovazione nelle aziende del nostro paese. È dal 1997, che, per iniziativa degli economisti Holenstein e Arvanitis, questo istituto si occupa, in relazione con altri istituti europei, di rilevare l’andamento delle attività di innovazione svolte dalle aziende svizzere. Il nuovo rapporto analizza le tendenze manifestatesi nel biennio 2012-2014 ed è basato sui risultati di un ampia inchiesta condotta tra le aziende.

Come i lettori sanno, l’economia svizzera è tra le prime nel mondo per quel che riguarda l’importanza dell’innovazione. In Europa certamente non ha rivali. Tuttavia, come è il caso di tutte le attività nelle quali si manifesta la concorrenza, anche nel caso dell’innovazione non bisogna dormire sugli allori perché le posizioni di primato possono essere perse rapidamente. Nonostante gli investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo delle aziende svizzere siano continuamente in aumento (dal 2000 al 2015 si sono raddoppiati), dal nuovo rapporto del KOF emergono alcune tendenze preoccupanti.

La prima, che è anche quella sulla quale i ricercatori dell’istituto zurighese mettono l’accento, riguarda l’estensione delle attività di innovazione nelle aziende della nostra economia. È ovvio che non tutte le aziende investono in questo tipo di attività. È però importante che le aziende innovatrici rappresentino una quota significativa dell’effettivo totale. Stando al nuovo rapporto del KOF le aziende innovatrici costituivano, nel biennio analizzato, il 14,3% dell’effettivo totale. Rispetto al biennio precedente la quota di aziende innovatrici è diminuita di 2,3 punti seguendo una tendenza che purtroppo perdura nel tempo. La quota delle aziende innovatrici aveva raggiunto il suo massimo nel biennio 2000-2002 sfiorando il 30%; oggi è scesa a meno della metà di quel valore. Non è che ci si possa illudere che la tendenza alla diminuzione della quota di aziende innovatrici sia dovuta a difficoltà o errori nella raccolta dei dati. No, la tendenza alla diminuzione è purtroppo un dato di fatto incontestabile: ce lo confermano anche, a livello macroeconomico, le stime sull’evoluzione della produttività. Anche la produttività della nostra economia è in diminuzione.

Dobbiamo quindi concludere che il numero delle aziende innovatrici sia diminuito? Probabilmente questo non è ancora il caso. Quello che è sicuro, però, è che il forte aumento delle aziende, registrato nel corso dell’ultimo decennio è stato assicurato da aziende che non investono nell’innovazione. E questa è di sicuro una tendenza preoccupante. Il rapporto del KOF sottolinea poi che, nel biennio analizzato, le innovazioni organizzative e quelle di marketing sono state più frequenti delle più tradizionali innovazioni di processo e di prodotto. Gli autori del rapporto precisano però che comunque le innovazioni di processo, con le quali si cerca di tagliare i costi aziendali, sono aumentate di importanza, specialmente nelle aziende del settore dei servizi. Dove invece non si progredisce è nel campo delle innovazioni di prodotto. Sono sempre meno i nuovi prodotti che vengono immessi sul mercato; questo significa che, non aprendosi nuovi mercati, la concorrenza su quelli esistenti si fa sempre più intensa.

Il rapporto del KOF si occupa anche di aspetti collegati con la promozione dell’attività innovativa. Mette così in evidenza che la quota di aziende che ricevono aiuti dal settore pubblico per finanziare le loro attività innovative è aumentata, come sono pure aumentate le cooperazioni sia tra aziende, sia tra aziende e istituti universitari in materia di innovazione. È probabile che queste due tendenze evolvano in modo parallelo come conseguenza della politica di promozione dell’innovazione della Confederazione. Per quel che riguarda gli ostacoli che si frappongono alle attività innovative, i risultati della nuova inchiesta confermano quelli di inchieste precedenti. Il maggior ostacolo all’innovazione è il costo delle attività innovative. Anche se, riportato per esempio al fatturato, l’investimento nell’innovazione rappresenta sempre una percentuale abbastanza bassa, che, salvo eccezioni, non supera il 5%, per molte aziende si tratta di un costo che non sono in grado di sostenere.

L’altro ostacolo importante, in particolare per le aziende di grande dimensione del settore industriale, è la lunghezza dei periodi di ammortamento. Per questa ragione, da sempre le aziende chiedono di ottenere facilitazioni fiscali per gli ammortamenti degli investimenti in attività innovative. Dopo il recente no dell’elettorato svizzero alla riforma della fiscalità delle aziende si tratta naturalmente di un argomento che scotta.