Se si mettessero in fila gli amici (postumi) di Sergio Marchionne non basterebbe una coda autostradale da esodo estivo e bollino nero. Tutti a raccontare il loro pezzetto di intimissima familiarità con il manager più potente dell’industria automobilistica. Neanche Philip Roth, di cui pure dopo la morte sono emersi centinaia di compagni di merenda, era stato così generoso di sé. Tanto burberi in vita, quanto insospettabilmente confidenziali e socievoli dopo morti…
Ma ora basta, per favore, con la finanza e la politica, concedeteci un po’ di tregua. Lugubri profeti di sventure (2) si aggirano nei telegiornali per dirci che siamo assediati dai migranti e dalla violenza domestica, per raccontarci che siamo continuamente e ovunque minacciati di morte da criminali ignoti giunti da lontano, e che dobbiamo chiuderci e difenderci costi quel che costi. Ma dateci un po’ di tregua, per favore, almeno in estate. Lasciateci respirare un po’ d’aria buona…
Niente di meglio che un buon consiglio di lettura da fare su una sdraio sotto l’ombrellone: e diffidate degli scrittori e dei critici che vi consigliano un giallo o un thriller leggero, magari un titolo dell’amico, che prima o poi ricambierà il favore. In una famosa Bustina di Minerva del 1981, Umberto Eco (sempre più 6 alla memoria) sconsigliava ai consigliatori di consigliare letture estive ovvie (o quasi): l’originale tedesco delle Affinità elettive o il Proust integrale della Pléiade. Niente Promessi sposi, niente Malavoglia, non cedete alla banale tentazione di mettere in borsa l’Orlando furioso o l’Orlando innamorato. Tutta roba scontata per una vacanza qualsiasi. No, diceva Eco, portatevi in spiaggia l’Ars magna lucis et umbrae di padre Athanasius Kircher, «affascinante per chi sotto i raggi infrarossi voglia riflettere sui prodigi della luce e degli specchi». Oppure l’intera raccolta della Patrologia del presbitero francese ottocentesco Jean-Paul Migne…
In effetti, è ora di finirla con i soliti romanzetti da classifica. A maggior ragione ora che disponiamo del tablet, nessuno ci impedisce di portarci in vacanza libri veri, corposi, impegnativi. Personalmente, seguendo i suggerimenti di Eco, proporrei le novelle di Giovanni Verga raccolte sotto il titolo Vagabondaggio (5½): è appena uscita l’edizione critica, a cura di Matteo Durante, con tanto di storia editoriale e varianti d’autore di questi tristissimi ricordi del mondo agricolo siculo pubblicati da Barbera nel 1887. Lasciate perdere Camilleri e Montalbano e chinatevi sullo sperimentalismo verghiano (in fondo sono solo 337 pagine tra introduzione, note e apparati!). Sentite: «In quel momento si udì un urlo straziante, e si vide correre verso la bottega del farmacista, dove stavano medicando il ferito, una donna colle mani nei capelli. Era l’altra, la vera moglie, che piangeva e si disperava, gridando: – Giustizia! Giustizia, signori miei! Me l’ha ucciso, quell’infame, vedete! – Il Crippa abbandonato su di una seggiola, tutto rosso di sangue, col viso bianco e stravolto, la guardava senza vederla…». Che ne dite? Su, coraggio, non esitate…
Se poi le varianti d’autore non vi bastano, prendete con voi i quattro volumi (per un totale di soltanto 2000 pagine) delle Res seniles di Francesco Petrarca, le epistole rigorosamente in latino (niente paura, c’è la traduzione italiana a fronte!): sono state pubblicate dalla casa editrice Le Lettere a cura di Silvia Rizzo con apparato critico e ricostruzione delle fonti. Vi divertirete come pazzi (6+ assicurato a chi ci prova), molto più che leggendo il solito giallo-noir di Marco Malvaldi o di Maurizio De Giovanni. Se la lettura, come dice Milan Kundera, deve essere un viaggio della conoscenza che ti trasformi profondamente, niente di meglio delle Seniles di Petrarca sotto l’ombrellone: vi raccontano dall’interno gli ultimi quindici anni di vita del poeta, le sue debolezze, i suoi tormenti anche spirituali. Non ve ne importa niente? Peggio per voi…
Quando poi siete stanchi del sole e volete bere una granita al caffè della spiaggia, non dimenticate di farvi accompagnare dall’autobiografia di Goethe, appena uscita per Einaudi, collana I Millenni, 758 irresistibili pagine con cofanetto. Titolo: Dalla mia vita. Poesia e verità (il 6 è ovvio). Confessioni private, il rapporto con il padre e la madre, la passione infantile per le marionette, gli interessi precoci per la medicina e le scienze, i viaggi, il rapimento alchimistico eccetera. Non ve ne importa niente? Preferite Dan Brown e i suoi noiosissimi gialli storici? Peggio per voi…
Naturalmente solo un pazzo (1+ a me stesso) consiglierebbe davvero per la spiaggia l’edizione critica di Verga, i quattro tomi di Petrarca e la monumentale vita di Goethe: era solo un modesto invito a uscire dal circolo vizioso dei soliti noti spacciati come capolavori dal marketing dei bestseller e dalle pagine culturali di quotidiani e settimanali. Nel dubbio, comunque, portatevi almeno Come viaggiare con un salmone (5+) di Umberto Eco. Lì troverete pagine molto interessanti su «Come fare le vacanze intelligenti»… (E anche su «Come mettere i puntini di sospensione»…).