Il turismo ticinese ha archiviato la stagione 2018 tra le polemiche. A far discutere è stata la diminuzione del tasso di variazione dei pernottamenti. Dal + 10% nel 2017, annata eccezionale, a –7,5% nel 2018. La riduzione nella velocità di crescita dei pernottamenti è stata registrata anche in altre regioni turistiche svizzere, ma, in generale, lì la caduta è stata minore. A polemizzare sono stati i responsabili accusandosi, a vicenda, di non capire niente del settore e bisticciandosi sul come doveva essere riorientato per far crescere di nuovo i pernottamenti. A far da paciere è intervenuto qualche commentatore ricordando che, nella contabilità dei pernottamenti, accanto a quelli in albergo andrebbero ricordati anche quelli in campeggi, case di vacanza e altre strutture extra-alberghiere che, forse, hanno avuto un andamento migliore. Altri ancora hanno accennato alla cannibalizzazione dei pernottamenti in albergo da parte di quelli in appartamenti Airbnb (le bed and breakfast consentite dalla rivoluzione digitale) che di sicuro stanno aumentando rapidamente anche in Ticino.
Secondo noi queste polemiche non hanno molto senso perché il confronto dei risultati di un anno con il precedente non dice niente. Tanto più che i flussi turistici del 2017 erano stati influenzati dall’apertura di un’opera secolare come la galleria ferroviaria di base. Per farsi un’idea di che cosa bolle in pentola occorrerebbe invece ragionare sulle tendenze a medio e a lungo termine. Ora, se consideriamo i pernottamenti in albergo, ci accorgiamo che la tendenza di lungo termine è alla diminuzione. Così, mentre nel 1980 avevamo in Ticino 3,7 milioni di pernottamenti alberghieri, nel 2015 gli stessi si erano già ridotti a 2,1 milioni, con una diminuzione pari al 43%. Purtroppo campeggi e ostelli, non hanno aiutato a contenere l’emorragia. Sempre nel periodo 1980-2015, infatti, la diminuzione di pernottamenti in queste strutture di ricezione, extra-alberghiere, è stata addirittura pari al 60%.
Restano le case di vacanza e i pernottamenti in appartamenti Air-bnb. Per i secondi non disponiamo di statistiche, per il momento. Per i primi, invece, possiamo ricordare che, nel periodo analizzato, la riduzione è stata pari a quasi il 75%. Ora è possibile che la statistica dei pernottamenti, specie quella per i pernottamenti in strutture extra-alberghiere, non dica tutta la verità perché è meno facile rilevare i pernottamenti in queste strutture. Restiamo ottimisti e ammettiamo che se si conoscessero i pernottamenti in appartamenti Airbnb (a proposito: quando cominceranno le autorità che applicano la legge sul turismo ad occuparsi di questo fenomeno?) la riduzione dei pernottamenti in appartamenti e case di vacanza sarebbe più contenuta (forse solo pari al 60%). La tendenza di fondo resterebbe comunque la stessa. Ci dice che, per il Ticino, non c’è più avvenire per un turismo di soggiorno, qualunque sia la struttura di ricezione che si consideri (appartamenti Airbnb esclusi). La tendenza di lungo termine è alla contrazione dei pernottamenti.
Non chiedeteci perché ! Fiorisce invece il turismo di giornata, anche se nessuno è in grado di dire quale sia la vera importanza del fenomeno. È costituito dai flussi di turisti confederati in tarda età e di famiglie, sempre confederate, che scelgono di passare o il sabato o la domenica in Ticino quando dall’altra parte del Gottardo il tempo non è dei migliori. Intendiamoci: non è che, in forza di queste tendenze, l’albergo sparirà dal Ticino, dall’oggi al domani. La ristrutturazione del settore alberghiero, in atto da più di 30 anni, continuerà con una continua diminuzione dei letti in albergo. C’è ancora chi specula, si tratta in particolare delle infrastrutture extra-alberghiere, sull’effetto positivo dell’apertura della seconda galleria autostradale. È infatti possibile che qualche punto percentuale in materia di statistica dei pernottamenti i campeggi, le case e gli appartamenti di vacanza lo possano guadagnare in seguito al miglioramento dell’accesso stradale. Questo almeno nel Sopraceneri. Per il Sottoceneri, invece, chi scrive non vede, al momento attuale, nessun mezzo che ne possa migliorare l’attrattiva per il soggiorno turistico. Di conseguenza la nostra conclusione è sconsolata. Il turismo di soggiorno in alberghi dei laghi prealpini ha, dietro di sé, sicuramente una grande storia: ma non ha un futuro.