Il consigliere di Stato Bertoli ha fatto di recente il bilancio della campagna di collocamento dei tirocinanti della scorsa estate. Vale la pena ricordarne gli aspetti principali. Domanda e offerta di posti di tirocinio si sono equivalsi anche quest’anno. Tuttavia le aspirazioni di molti giovani nella scelta della futura professione non hanno potuto essere soddisfatte. I rappresentanti del dipartimento hanno poi messo in evidenza che, nonostante l’equilibrio raggiunto, l’offerta di posti di apprendista è insufficiente. Il numero delle aziende che offrono posti di apprendista è in diminuzione (se non siamo male informati da diversi anni) e, a differenza degli altri Cantoni, in Ticino, l’offerta attuale appena copre le esigenze in termini quantitativi della domanda. Insomma, benché i successi conseguiti, negli ultimi decenni, siano notevoli resta ancora molto da fare in materia di creazione di opportunità di apprendistato nel nostro Cantone.
E purtroppo il problema non è di facile soluzione anche se in Ticino sono attive, stando alla statistica, più di 38’000 aziende. Il fatto è che il 92% di queste aziende conta meno di 10 addetti e quindi è difficilmente in grado di sopportare i costi della formazione anche di un solo apprendista. L’effettivo di aziende che possono formare apprendisti è quindi molto meno importante del montante totale delle aziende. In Ticino sono circa 4800 le aziende formatrici che potenzialmente potrebbero assumere apprendisti. Nel corso dell’ultima campagna di collocamento quelle che hanno effettivamente messo a disposizione posti di apprendista sono state 3433. L’effettivo limitato di aziende che creano posti di apprendista è un problema con il quale si scontrano ogni anno i funzionari che si occupano del collocamento dei nuovi apprendisti. Dei grandi vantaggi del sistema di formazione professionale duale, ossia con un posto di apprendista in azienda, si parla volentieri, anche da noi. Degli sforzi che si rendono necessari, anno per anno, per cercare di procurare a tutti i giovani che vi aspirano un contratto di apprendista, invece, non si sente dire molto. Eppure questa è una delle sfide che dobbiamo vincere, se vogliamo assicurare un futuro a tutti i giovani (e soprattutto a tutte le giovani) che non proseguono gli studi dopo la conclusione della scuola media.
Ma non meno importanti sono i problemi che si pongono dalla parte della domanda di tirocinio. Dapprima per le scelte che esprimono gli scolari ticinesi al termine delle scuole medie. Le stesse sono censite, anno per anno, da un’apposita inchiesta. Quest’anno hanno partecipato all’inchiesta sulle scelte scolastiche e professionali 3220 scolari giunti al termine delle medie. Solo il 26,9% di questa popolazione si è pronunciato per un tirocinio o un pre-tirocinio in azienda. Si tratta in tutto di 865 giovani, 616 ragazzi e 249 ragazze. Come i responsabili del collocamento siano riusciti a trovare, partendo dalle scelte enunciate dagli scolari, i più di 3000 nuovi apprendisti che hanno iniziato la loro attività nelle aziende formatrici del Cantone è un fatto che, ragionando unicamente sui numeri, ha proprio dell’incredibile. Tanto più che questa situazione – ossia il divario tra le scelte espresse dagli scolari che terminano le medie e il numero dei nuovi contratti di tirocinio sottoscritti entro la fine della campagna di collocamento – si ripete di anno, in anno, pensiamo da decenni.
Ai lettori non sarà sfuggito il numero, relativamente basso di ragazze che si esprimono in favore del tirocinio in azienda. Questa situazione si ripete anche per quel che riguarda i nuovi contratti di tirocinio: normalmente il 60% dei nuovi apprendisti sono ragazzi e solo il 40% ragazze. La situazione in Ticino non è molto diversa da quella negli altri Cantoni. Il tirocinio in azienda continua ad essere appannaggio più dei ragazzi che delle ragazze. Per contro le ragazze sono normalmente più numerose nelle scuole professionali. A tutti questi giovani auguriamo un buon esito nel loro percorso di formazione professionale.