Il primo zig-zag dell’anno è dedicato agli aerei. A suggerire la scelta non sono i primati in sicurezza (minor numero di incidenti e vittime) o di velocità a inizio anno degli aerei di linea dagli Usa all’Europa (1110 k/h, grazie al «main stream» sull’Atlantico) ma le tante notizie dell’autunno scorso, finite nell’oblio o subissate da un monopolio mediatico imposto da politica e economia, aiutate da gossip e cronaca nera. Eppure i temi passati inosservati non erano proprio irrilevanti: compagnie che falliscono, aerei vecchi in disarmo, prototipi rivoluzionari. Quasi ogni giorno c’erano poi informazioni indirettamente legate all’aviazione, dal traffico nei cieli alle vicende degli aeroporti. Utile perciò un recupero, scegliendo come «fil rouge» il... pensionamento.
Iniziamo dai giganti dell’aria: il Jumbo della Boeing e il Superjumbo A380 dell’Airbus. Il primo è giunto alla fine: ne restano ancora molte centinaia in attività, utilizzati soprattutto come cargo, ma la Boeing dopo 47 anni ha definitivamente cessato la produzione. L’Airbus 380 invece non se la passa bene. Utilizzarlo costa troppo, crea grossi problemi negli aeroporti che lo accolgono, inoltre alcune compagnie non riescono a mantenere gli impegni dei leasing contratti. Situazione grave, tanto che anche le linee di produzione di questo gigante dell’aria sono quasi ferme: 15 unità realizzare nel 2017 e solo 12 previste per l’anno prossimo. A Tolosa negano la crisi, anzi: dicono di progettare un A380 plus con consumi e costi assai ridotti. Ma una notizia fa tremare: Singapore Airlines ha fatto sapere che non riesce a vendere di seconda mano i suoi A380 e, nonostante abbiano meno di dieci anni di vita, pensa di... rottamarli.
Nella lista di aerei vecchi e nuovi compaiono anche velivoli svizzeri. Sono quelli prodotti dalla Pilatus. Va in pensione il mitico PC 6 Porter, prodotto in 500 esemplari sull’arco di quasi sessant’anni, ammontare a cui bisogna aggiungere il centinaio prodotti dalla Fairchild Hiller negli Stati Uniti. Era il pilastro su cui l’azienda obvaldese ha costruito un successo internazionale che l’ha portata sino al varo di un jet d’affari bimotore, il PC 24 Super Versatile che, proprio a fine anno, ha ottenuto le certificazioni e può quindi essere consegnato ai primi degli 84 acquirenti che già lo hanno ordinato. Dal «papà» andato in pensione il jet privato ha ereditato perlomeno una caratteristica: può atterrare anche su piste corte e sterrate, quindi può arrivare e partire sulle piste di oltre 20’000 aeroporti di tutto il mondo.
Altro «pensionato» non svizzero ma quasi, è il Jumbolino, il famoso Avro RJ con 4 reattori, in servizio anche in Ticino con la Crossair. Progettati in Gran Bretagna per il trasporto di truppe e poi usati anche nell’aviazione civile, una ventina di questi velivoli passarono nel 2002 alla neocostituita Swiss che li ha usati per oltre mezzo milione di voli, trasportando decine di milioni di passeggeri a conferma dell’affidabilità di questi apparecchi ora rimpiazzati sulle brevi e medie tratte europee con i moderni e più economici Bombardier. Una notizia un po’ particolare giunge a rendere meno amaro il tramonto del Jumbolino. Siemens, Rolls Royce e Airbus hanno siglato in dicembre un accordo per realizzare un aereo passeggeri ibrido, jet ed elettrico. Airbus si occuperà del coordinamento del progetto e dell’avionica, Rolls Royce fornirà i motori a reazione e il generatore elettrico di bordo, mentre Siemens produrrà i nuovi motori elettrici come pure gli impianti di controllo e distribuzione. Come spiegano gli esperti de «Il Sole 24 Ore», le tre multinazionali intendono sviluppare un aereo ibrido in grado di abbinare la spinta dei classici turbofan a potenti elettroventole alimentate da generatori costituiti da turbine a gas. Il progetto riprende concetti già visti sulle navi e pensa di utilizzarli, riducendo pesi e consumi, su aerei di linea. Il prototipo sarà mosso da quattro motori: due a reazione e due elettrici alimentati da una turbina a gas posta nella carlinga come se fosse un generatore simile, ma più potente, a quelli che a bordo dei jet forniscono corrente per i servizi di bordo. Test iniziali sul Jumbolino: dapprima con un motore elettrico assieme agli altri tre; poi, se l’abbinamento ibrido funziona, si passerà al previsto ibrido due + due.
L’ultima notizia riguarda un nuovo Cessna, un biturbo a elica SkyCourier 408, velocità 350 km/h, raggio d’azione fra 700 e 1200 km. Progettato come cargo, essenzialmente per soddisfare l’ordinazione (50 velivoli, più altri 50 in opzione) del gigante delle spedizioni FedEx, prevede anche una versione per il trasporto di 19 passeggeri. Costo: 5 milioni di dollari. Se fosse in grado di superare le Alpi, si potrebbe pensare e sognare un futuro «diverso» per Lugano-Agno ordinandone tre o quattro...