È certamente raro che un libro che si occupi di problemi, o persone, legati all’economia scali le classifiche dei bestseller. In queste settimane, però, nella Svizzera tedesca, è avvenuto proprio questo con il nuovo libro che lo scrittore Alex Capus ha dedicato ai patriarchi dell’economia svizzera. Alex Capus è un cinquantenne che divide il suo tempo tra Olten e Parigi. La sua specialità si può dire sia la biografia letteraria. Lo ha dimostrato in uno dei suoi primi romanzi Munzinger Pascha, che è la storia di uno svizzero che raggiunse, nell’Egitto della seconda metà dell’Ottocento, posti molto importanti nell’amministrazione di quel regno. Anche in opere successive Capus ha fatto della biografia di vari personaggi il centro dei suoi interessi letterari.
In questo nuovo libro riprende la sua formula per disegnare i ritratti biografici di 11 pionieri dell’industria e della banca svizzere. Sono, nell’ordine con cui le loro storie sono presentate nel libro, Rudolf Lindt, Carl Franz Bally, Julius Maggi, Antoine le Coultre, Henri Nestlé, Johann-Jacob Leu, Fritz Hoffmann-La Roche, Charles Brown und Walter Boveri, Walter Gerber e Emil Bührle. Con il suo cioccolato fondente, Lindt rivoluzionò la produzione della cioccolata; Bally mise in piedi la maggior fabbrica di scarpe del mondo; Maggi inventò il dado che cambiò il modo di cucinare, non solo degli svizzeri. A Le Coultre si deve la precisione della nostra orologeria; Nestlé, con il suo latte in polvere, fondò un’azienda che, oggi, è probabilmente la maggiore multinazionale del mondo nel campo dell’alimentazione; Brown e Boveri (con il fattivo sostegno – questo lo aggiungiamo noi – di Agostino Nizzola) crearono l’azienda svizzera più importante nel settore dell’elettrotecnica. Anche gli ultimi due patriarchi sono stati all’origine di aziende importanti: Gerber nel ramo del formaggio e Bührle in quello dell’industria degli armamenti. Nella presentazione del suo libro Capus precisa che queste dieci storie (Brown e Boveri sono trattati assieme, come si deve) di pionieri dell’economia elvetica non sono per niente rappresentative.
Al posto degli industriali e del banchiere, che figurano nel suo libro, avrebbe potuto scegliere dieci altre biografie di rappresentanti del periodo in cui è nata e ha cominciato a svilupparsi la nostra economia, vale a dire gli anni tra il 1830 e il 1930. Come dire che in quel periodo, nella nascente economia svizzera, i patriarchi non mancavano. Quando poi si indaga sulle caratteristiche di questa popolazione, ci si accorge che, di fatto, i membri della stessa hanno quattro caratteristiche in comune. La prima è il sesso: sono tutti, senza distinzione, uomini. La seconda è il carattere: tutti questi pionieri sono veri e propri patriarchi. Nella loro azienda la fanno da padrone e non tollerano di essere contraddetti. Qualche volta la loro testardaggine li porta addirittura a mettere in pericolo il loro progetto. La terza è un’esperienza migratoria. Molti di questi capitani dell’economia sono immigrati o figli di immigrati. La quarta caratteristica che è loro comune è che sono stati in grado di spendere una vita nel perseguimento di un unico progetto, non sempre solo per scopi di guadagno. C’è chi, come Nestlé, pensava, con il latte in polvere, di mettere a disposizione dei bambini gracili un nutrimento rinforzante o chi, come Lindt, voleva assolutamente trovare una nuova formula di fabbricazione per offrire ai consumatori un cioccolato migliore di quello che si trovava allora sul mercato.
Che poi la ricerca si sia conclusa felicemente lo si deve, in molti casi, non solo alla perizia e al lavoro applicato del pioniere, ma anche… al caso. Uno aveva dimenticato di arrestare l’impastatrice durante il fine-settimana trovando così, il lunedì mattina il cioccolato fondente già fatto; l’altro voleva portare da Parigi a sua moglie un paio di stivaletti, ma, non sapendo il suo numero di scarpe, decideva di acquistarne dodici paia, il che gli accese una lampadina: perché non fabbricare scarpe nel Canton Argovia? Più di una volta, la storia delle grandi iniziative imprenditoriali è più incredibile di quella che lo scrittore potrebbe raccontare attingendo unicamente alla sua inventiva. Forse è anche per questo che il libro di Capus sta in cima alle classifiche.