Gesù Bambino e la sinistra

/ 11.12.2017
di Bruno Gambarotta

Babbo Natale è di destra o di sinistra? Per molti anni non ho avuto dubbi: in quanto icona del consumismo chiassoso e dissennato, Babbo Natale era di destra. Perciò mi ritenevo fortunato, perché a me i regali li ha sempre portati Gesù Bambino, nei primi anni del dopoguerra Babbo Natale era una figura sfumata ed esotica.

Eravamo bambini, mica scemi, sapevamo che i regali non li portava materialmente Gesù Bambino, appena nato, ma autorizzava i genitori a farlo, in base alla lettera con l’elenco dei nostri desideri. Chi invece, influenzato da mode americane, preferiva rivolgersi a Babbo Natale prima o poi era condannato a subire il trauma provocato da un compagno malizioso che gli rivelava che Babbo Natale non esiste. Non mi sentirei di escludere che il rancore diffuso nella società italiana, documentato dal recente rapporto Censis, sia stato in parte causato da questo trauma.

Ricordo che un anno, suggestionato dalla lettura di un libro pubblicato nella BUR sui piccoli insetti, affermavo sulla letterina che avrei tanto desiderato ricevere un microscopio. Mio papà, in piedi alle mie spalle, non era d’accordo su quello che stavo scrivendo: «Gesù Bambino sarebbe felice se tu gli chiedessi la scatola del traforo». «Come fai a saperlo?». «Suo padre Giuseppe è un falegname e lui desidera tanto che qualcuno continui a fare il suo mestiere. Lui fra un po’ inizierà a predicare e non potrà più aiutarlo nel laboratorio». Tra me pensavo che Gesù avrebbe potuto benissimo predicare la domenica, come da noi i preti in parrocchia e aiutare suo padre tutti gli altri giorni, ma non osavo manifestare le mie perplessità. Mio padre insisteva: «Chiediglielo bello grande, vedrai che ti accontenta, su sei bravo a scuola».

Nella notte di Natale in effetti arrivava il traforo, era bello grande ma ci giocava lui! Io avevo solo il permesso di starlo a guardare mentre segava i fogli di balsa e li incollava; per mettere l’occhio al microscopio dovevo andare da un compagno che l’aveva chiesto in dono istigato da suo padre. Mia nonna tentava di giustificarlo: «Tuo padre andava a fare i compiti a casa di un bambino ricco che giocava al traforo ma non glielo faceva mai toccare». Nella nostra famiglia i padri hanno sempre regalato ai figli i giochi che avrebbero voluto ricevere quando erano piccoli, è la legge. A mia volta, quando si trattava del Natale per mio figlio, l’ho spinto a desiderare la pista delle auto da corsa, che io da piccolo avevo sognato invano; in casa nostra non c’era una stanza abbastanza grande per contenerla. Dopo il pranzo di Natale, abbiamo liberato il pavimento della sala e iniziato a montarla. Più che altro ero io quello che assemblava i vari pezzi, mio figlio preferiva giocare con il polistirolo dell’imballaggio. Al momento di farla funzionare mi sono accorto che mancavano le batterie per alimentare il tutto, non comprese nella confezione. L’unico posto dove potevo sperare di trovare in vendita delle batterie nel pomeriggio del giorno di Natale, era alla tabaccheria della stazione. Mi sono rivestito, ho tirato fuori l’auto dal garage, sono andato in stazione e ho trovato le batterie, pagandole uno sproposito. Tornato a casa le ho montate e la pista funzionava, le automobiline correvano che era un piacere. Mio figlio intanto aveva costruito un villaggio con il polistirolo e ha continuato a giocare con l’imballaggio.

Gesù Bambino si lascia influenzare dal desiderio dei grandi, forse Babbo Natale non è di destra ma io non scriverei mai una lettera a questa icona che ha invaso tutti gli spot televisivi, tutti i manifesti. Dispone di un agente formidabile che lo piazza dappertutto, avrà le sue belle provvigioni sul venduto. Ogni anno sono migliaia i candidati che si mettono in lizza per interpretare quel ruolo e se lo fanno è perché hanno un tornaconto. Sono sicuro che se scrivo a Babbo Natale lui vende i miei dati sensibili alla grande distribuzione e dal giorno dopo arrivano le telefonate per convincermi a cambiare gestore, fornitore di energia, automobile, a comprare una laurea rumena in medicina. Non c’è paragone fra i due.

È facile immaginare Donald Trump e Kim Jong-un travestiti da Babbi Natale per porgere i doni ai figli dei collaboratori, con il nord coreano che regala ai bambini modellini di missili atomici funzionanti e l’americano la raccolta dei suoi messaggi su twitter. È impossibile pensare quei due vestiti da Gesù Bambino avvolti in chilometrici pannoloni fissati dall’ago da balia sul panzone. Chiunque può travestirsi da Babbo Natale, anche un condannato al 41 bis, anche l’allenatore della nazionale di calcio, anche il presidente del TAR, è rimasta una delle poche manifestazioni libere. Bisognerebbe istituire un patentino, far pagare la relativa licenza, ci pensi il ministro Padoan, ci farebbe dei bei soldini. Non è colpa di Babbo Natale se l’hanno trasformato in un bieco agente del consumismo, lui è partito da Bari come san Nicola, è emigrato nei paesi nordici, è sbarcato negli Stati Uniti e da lì è tornato da noi a popolare i mercatini e ad arrampicarsi sui balconi. È andata così e pazienza se la sinistra continuerà a scrivere a Gesù Bambino e a restare una minoranza.