Alla fine del mese di maggio di quest’anno i media e gli addetti ai lavori hanno decretato la fine della crisi che da ormai più di tre decenni affliggeva il turismo alberghiero del nostro Cantone. Era capitato che in aprile gli arrivi di ospiti avevano superato del 30% gli arrivi del mese di aprile dell’anno prima. La statistica ci dice che variazioni estreme, di questo tipo, devono essere sempre considerate con la massima prudenza. I nostri esperti di turismo invece hanno pensato che fosse l’inizio di una stagione, se non addirittura di una età dell’oro, che si sarebbe potuta prolungare per chissà quanto. Poi è venuto il dato di maggio a smorzare gli ardori: gli arrivi di turisti sono stati inferiori a quelli del maggio del 2016. Se consideriamo i primi 5 mesi dell’anno, invece di soffermarci solo sul dato eccezionale di aprile, ci accorgiamo che, con grande probabilità, il turismo alberghiero ticinese si ritrova oggi nella situazione di un anno fa, ovvero in piena crisi di riconversione. È questa una nuova dimostrazione di quello che gli statistici chiamano l’effetto di regressione alla media.
Mentre i comuni mortali – compresi gli esperti del turismo ticinese – si attendono dopo un mese di forte crescita un altro mese di crescita superiore alla media, gli statistici pensano invece che se la crescita nel mese precedente è stata molto superiore alla media, nel mese successivo dovremo aspettarci una diminuzione che riporti lo sviluppo verso la tendenza di lungo termine. Al contrario, se in un dato mese la perdita di arrivi, rispetto all’anno prima, è stata elevata, e quindi gli esperti prevedono il peggio per il mese successivo, l’effetto di regressione alla media farà sì che nel mese successivo si registri una crescita. E così via. Lo statistico che è in me, quindi, mi dice che per giugno di quest’anno dovremmo attenderci una piccola ripresa degli arrivi in albergo. Staremo a vedere. Al di là di queste considerazioni resta da chiarire la questione più importante: il turismo ticinese, quest’anno, approfitta o meno dell’apertura della galleria ferroviaria di base del S. Gottardo? Per rispondere a questa domanda dobbiamo considerare che i flussi turistici in Ticino sono composti dal flusso dei turisti che si fermano da noi per qualche tempo (in alberghi, campeggi, case di vacanza, pensioni, rifugi e ostelli) e dal flusso di quei turisti che visitano il Ticino ma non vi pernottano. L’apertura della galleria ferroviaria di base ha certamente favorito il turismo di giornata. Basta salire su uno dei treni che dalla Svizzera interna portano in Ticino per rendersene conto. La ressa è tale che, tra poco, le FFS saranno obbligate a introdurre la prenotazione obbligatoria per i viaggi da e per il Ticino. Di conseguenza la galleria ha favorito tutti i commerci legati al turismo.
Ma non necessariamente gli alberghi i quali, per prosperare, devono poter contare sul soggiorno. È interessante comparare la crescita degli arrivi negli alberghi, nei primi sei mesi (dicembre-maggio) dall’apertura della galleria ferroviaria con la crescita degli arrivi negli alberghi, nel medesimo periodo (dicembre-maggio) immediatamente successivo all’apertura della galleria autostradale. Mentre per la galleria autostradale (che era stata aperta in settembre) l’effetto positivo sugli arrivi – misurato dal tasso di crescita degli arrivi in albergo rispetto al mese dell’anno precedente – c’è stato, ma si è spento durante la prima metà dell’anno successivo, per la galleria ferroviaria ancora non si può dire, ad eccezione ovviamente del mese di aprile, se di un effetto positivo si possa parlare o meno. I tassi di crescita, quando ci sono stati, sono stati infatti molto più contenuti di quelli prodotti dall’apertura della galleria autostradale. Non si può dimenticare però di precisare che più dei tre quarti dei nostri ospiti giungono in Ticino, ancora oggi, con l’automobile. Il che richiede di considerare in modo un po’ più approfondito di quanto sia stato fatto sin qui, le ragioni che hanno condotto al risultato eccezionale del mese di aprile. Il farlo non è certo compito di chi redige questa breve rubrica.
Vorremmo tuttavia suggerire una pista di inchiesta. È probabile che gli arrivi in treno da oltre S. Gottardo siano molto influenzati dalla capacità disponibile per il trasporto di passeggeri attraverso la galleria di base. In questo senso, ogni treno speciale in più, organizzato dalle FFS, potrebbe essere una manna per i nostri albergatori.