Finlandia, 100 anni di indipendenza

/ 04.09.2017
di Angelo Rossi

La Finlandia è indipendente da 100 anni. Dopo essere stata, fino al 1809, parte del regno svedese, e poi, dal 1809 al 1917, granducato russo, la Finlandia ha conquistato la sua indipendenza con la rivoluzione russa lottando contro la stessa. Da noi, la grande nazione scandinava è poco conosciuta. Al massimo sono gli sportivi a rendercela un pochino più nota. Nell’area commerciale della stazione centrale di Helsinki – che per i finlandesi è l’edificio più brutto della capitale anche se disegnato dal grande architetto Sarinen – c’è il «ristorante dello sport» che sfoggia sulle sue pareti le fotografie di molti di questi sportivi, in particolare dei giocatori di hockey su ghiaccio. Di taluni, penso siano i grandi campioni, ci sono addirittura delle biografie fotografiche che ne mostrano la carriera, dalle squadre giovanili fino alla NHL.

Le persone che come me hanno superato i settanta, conoscono anche gli atleti Paavo Nurmi e Lasse Viren le cui statue si trovano un chilometro più in là, davanti allo stadio, dove, nel 1952, si tenne la prima olimpiade del secondo dopoguerra mondiale. Sempre i più anziani si ricordano anche dell’architettura finlandese – oltre a Sarinen possiamo citare almeno gli Aalto Aino e Alvar – che nella prima metà del ventesimo secolo era certamente agli avamposti dell’architettura europea. All’Ateneum, sempre nelle vicinanze della stazione, si può visitare attualmente un’esposizione su Alvar Aalto dedicata in particolare anche ai suoi rapporti con gli artisti europei suoi contemporanei.

Degli Aalto sono presenti, soprattutto nella capitale, numerosissime testimonianze come, per non citarne che una, la Finlandhall. Gli Aalto sono però all’origine anche del «design» finlandese che occupa oggi un intero quartiere del centro della capitale ed è diventato – come in Italia – un ramo di produzione importante anche in termini di esportazione. Artex, la ditta di design, fondata dagli Aalto e da altri architetti e designer finlandesi degli anni Trenta del secolo scorso, ha tuttora un grande negozio nel centro di Helsinki. Ma gran parte delle sue sedie e delle sue lampade sono oggi prodotti dalla Vitra di Weil am Rhein. L’economia finlandese non si trova nelle migliori condizioni. Per i finlandesi questa non è una novità.

La Finlandia ha una risorsa importantissima: il legno dei suoi boschi. Tuttavia, da quando, dopo la seconda guerra mondiale, l’industria della carta è andata via via sparendo, e da quando, 50 anni dopo, l’esportazione finlandese ha dovuto riorientarsi dai mercati dei paesi socialisti verso i mercati occidentali, la Finlandia non ha conosciuto che grosse difficoltà a livello economico. Ma ha sempre trovato il modo di uscire dalle stesse grazie a una classe di imprenditori molto innovativi. Tutti conoscono il caso della Nokia che ha rimpiazzato una grande segheria con la fabbricazione di telefonini. La Nokia non è tuttavia un’eccezione. Io stesso ho potuto visitare una fabbrica di medie dimensioni che si era riconvertita, dopo la seconda guerra mondiale, da produttore di cannoni a costruttore di grandi rotative ed era riuscita a conquistarsi, in pochi anni, una fetta significativa del mercato mondiale. Possiamo affermare che, per i finlandesi, che hanno un territorio frazionato in migliaia di isole, anche in economia, non c’è terraferma.

Un discorso a parte merita la lingua. Se la Finlandia esiste solo dal 1917, la lunga lotta per fare adottare il finlandese come lingua ufficiale è cominciata già verso la metà dell’Ottocento. La lingua del popolo è però diventata lingua ufficiale solo verso il 1870. In quell’anno fu pubblicato anche il primo romanzo in lingua finlandese. Tuttavia lo svedese continuò ad essere la lingua delle élite almeno fino alla seconda guerra mondiale, anche se la quota della minoranza svedese nella popolazione continuava a diminuire. Oggi lo svedese non è più lingua obbligatoria per gli esami di maturità e c’è anche chi lo vuol bandire come seconda lingua ufficiale. Nella mia breve visita non ho visto grandi celebrazioni per il centenario. Il governo aveva previsto di portare a termine il nuovo edificio della biblioteca centrale di Helsinki entro il 2017. Ora si sa che non sarà finito prima dell’anno prossimo. La struttura portante di questo edificio in acciaio bianco, somiglia un poco al guscio di una tartaruga. Come si sa la testuggine è simbolo di creazione, costanza, determinazione, stabilità, pazienza e longevità. Sono tutti attributi che possiamo usare per descrivere il carattere finnico.