Federalismo e solidarietà confederale

/ 26.11.2018
di Angelo Rossi

Da 170 anni abbiamo il privilegio di vivere in uno Stato federalista. I vantaggi di questo sistema di governo, rispetto agli altri, sono tanti e vano sarebbe volerli elencare nel breve spazio di un articolo di giornale. Comunque tra i vantaggi dello Stato federato si cita spesso la solidarietà tra le unità istituzionali che lo costituiscono. Non dovrebbe quindi sorprendere se, facendo il bilancio dei flussi finanziari che corrono tra Cantoni e Confederazione, come ha fatto recentemente il Consiglio federale per il periodo 2013-2016, si scoprisse che vi sono Cantoni che ricevono di più di quanto versano al governo centrale e Cantoni invece che versano di più di quanto ricevono dallo stesso. Ma, a mente mia, è invece sbagliato definire i saldi di questi flussi – come hanno fatto di recente diversi organi di stampa – come un indicatore della portata della politica di redistribuzione territoriale.

È facile spiegare perché. In uno Stato federalista come la Svizzera i compiti dello Stato sono distribuiti tra i tre livelli di governo. Non solo, ma anche le singole funzioni amministrative sono distribuite tra Confederazione, Cantoni e Comuni. Così nel caso di molte leggi, la Confederazione legifera e cofinanzia, mentre Cantoni e Comuni si assumono l’onere di eseguire le disposizioni di legge e, naturalmente, anche di cofinanziare le stesse. Ora, per la natura stessa dei compiti dello Stato, ci sono compiti che riguardano maggiormente le zone urbane o il centro del paese e compiti che, invece, riguardano maggiormente le zone periferiche e di frontiera. Prendiamo il caso del Canton Uri. Questo Cantone riceve molto dalla Confederazione. In termini di franchi per abitante, il suo saldo finanziario rispetto alla Confederazione è positivo ed è il più elevato. Si sa poi che nella classifica dei Cantoni svizzeri per Pil pro-capite Uri occupa uno degli ultimi posti. Va però precisato che Uri riceve molto dalla Confederazione non  perché è un Cantone meno sviluppato degli altri, ma perché continua a costituire uno dei baluardi della strategia militare nazionale, perché è uno dei maggiori Cantoni produttori di elettricità e anche perché occupa una posizione altrettanto strategica nella rete dei trasporti e delle comunicazioni nazionale. Una parte importante dei contributi che Berna invia a Altdorf sono remunerazioni per prestazioni che il Canton Uri si assume per il resto della Confederazione. Da questo punto di vista si tratta dell’applicazione del principio «uno per tutti» piuttosto che di quella del principio «tutti per uno». Uri riceve certamente molto dalla Confederazione, ma le dà anche molto.

Detto questo per precisare che non tutti i saldi positivi dei flussi tra Cantoni e Confederazione riguardano eccedenze dovute a una politica redistributiva, vediamo di riassumere quanto ha messo in evidenza il nuovo rapporto del Consiglio federale sui flussi finanziari. Misurati con il metro dei franchi per abitante i Cantoni con il saldo positivo più importante sono Uri, Giura, Grigioni, Berna, Vallese e Friburgo con un saldo annuale per abitante superiore ai 2000 franchi. All’altra estremità della distribuzione abbiamo i Cantoni di Zugo, Basilea-Città, Ginevra, Sciaffusa, e Svitto, nei quali il saldo negativo dei flussi con la Confederazione supera, annualmente, i 2000 franchi. Possiamo ancora aggiungere, per dare un’idea più generale della natura di questa distribuzione, che solo 9 dei 26 Cantoni svizzeri pagano di più di quanto ricevano dalla Confederazione, mentre gli altri 17 ricevono di più di quanto pagano. Vi sono però 5 Cantoni, tra i quali il Ticino, per i quali il saldo dei flussi è quasi uguale a zero. Questo significa che, nel loro caso, i flussi di denaro in entrata e in uscita quasi si equivalgono.

Può sorprendere che il saldo dei flussi con la Confederazione sia, per il Ticino, quasi nullo in quanto il Cantone riceve dalla Confederazione, per la sua posizione alla frontiera e per la difesa della sua cultura, diversi aiuti speciali. Il fatto è che dal Ticino partono verso Berna, flussi di risorse fiscali altrettanto importanti. Bisogna quindi sempre stare attenti a non giudicare in modo troppo rapido la natura di eventuali saldi positivi (per i Cantoni) nei flussi finanziari tra Cantoni e Confederazione. Non sempre si tratta di elemosine!