Era la stampa, bellezza...

/ 15.05.2017
di Paolo Di Stefano

«Bambino precipita dal balcone, la ragazza prova a prenderlo al volo ma…»: la scena è stata filmata in Cina da una telecamera di sicurezza (ovviamente va a finire male). «Corsa folle in auto di due giovani donne rivali in amore (con finale tragico)»: è accaduto a Cardiff e il finale tragico è un colossale crash. «Un grosso orso (molto arrabbiato) rincorre i ciclisti nel bosco»: in Slovacchia, la scena è stata documentata da una telecamera piazzata sul casco di uno dei mountain biker. «La lotta all’ultimo sangue tra due alligatori giganti sul campo da golf»: la sequenza in Florida è stata registrata con il cellulare da un giocatore. «Pescatore britannico cattura lo squalo di otto metri e 680 chili»: la «battaglia», ripresa nei suoi momenti cruciali, è durata 90 minuti (come una partita di calcio), ma poi il pescecane è stato liberato. Lo squalo va fortissimo: c’è la modella che si cala dentro una gabbia in un mare affollato di pescecani e naturalmente, mentre viene recuperata sanguinante e in lacrime, c’è qualcuno che si preoccupa di zoomare la gamba straziata; c’è on line la lotta a mani nude nell’oceano di Sidney tra un pescatore e uno squalo che lo ferisce a sangue (lo zoom stavolta si sofferma sulla schiena); c’è lo squalo che sbrana un leone… C’è di tutto (voto collettivo: 1 politico). E tutto è incredibilmente filmato in diretta: l’autobus russo che viaggia con le ruote anteriori sollevate; il guardalinee che vomita durante la partita; il drone che cade sul ciclista che pedala; l’allenatore che confessa ai suoi giocatori di essere trans; il mostro di Loch Ness avvistato da due turiste; in Alabama una donna che sfonda a calci il parabrezza dell’auto del fidanzato che la tradisce; i giocatori di ping pong che giocano senza racchette ma con la fronte; il bimbo di tre mesi in Ohio che dice alla mamma «I love you»; il pitone che mangia il coccodrillo e muore di indigestione; al luna park turco un incidente che provoca una decina di feriti. 

Che cosa fa la gente? Dorme, mangia, beve, ama, lavora? No no, la gente filma, va in giro con lo smartphone incollato agli occhi in modo da poterlo azionare al momento opportuno e soprattutto al momento non opportuno. Va in giro senza tregua a filmare tutto ciò che le capita sotto il naso e se in quel «tutto» che filma accade qualcosa di strano, corre a casa per divulgare su internet quel «qualcosa di strano» che ha filmato e che poi verrà visto da milioni di utenti: e quanto più i video sono cretini, tanto più si moltiplicano i clic. Nulla sfugge all’occhio digitale: soprattutto le cose incredibili e cretine, incredibilmente cretine o cretinamente incredibili. Una volta si diceva che la notizia del giornalismo classico non è il cane che morde l’uomo (banale), ma l’uomo che morde il cane (eccezionale!): e già era un principio molto discutibile su cui si sono aperti mille dibattiti pubblici. Oggi la grande notizia (video web), su cui non si aprono dibattiti di alcun tipo, è l’uomo che morde il coccodrillo (vivo), il pulcino di sei chili che ride, l’elefante sbranato dalla coccinella, il neonato che tiene una lezione universitaria, la prof universitaria che tiene la lezione di astrofisica in topless, l’incidente d’auto da cui saltano fuori due teste mozzate (una non basta), il dodicenne che guida in autostrada a trecento all’ora (un tredicenne sarebbe banale), il mangiatore di banane che ne mangia una cinquantina in mezz’ora (con la buccia, perché senza sarebbe banale). Il tutto filmato e postato su youtube, trionfalmente diventato virale e rimbalzato nei siti dei grandi e piccoli giornali di tutto il mondo. 

Naturalmente, negli stessi siti dei grandi giornali, tra cosce, seni al vento, posteriori in bella vista, modelle arrapanti e attrici in deliquio, amori folgoranti, non mancano gli editoriali pensosi sui destini dell’universo, gli allarmi sullo stato dell’ambiente, dell’istruzione e della scuola, le interviste mostruose al ministro dell’economia, le inchieste civili sui migranti, le denunce sulla corruzione dilagante, e soprattutto: le approfondite analisi sulla cultura digitale che ammazza lo spirito critico… Già, lo spirito critico. Dimenticavo: va da sé che nel miscuglio indifferenziato di teste mozzate, di neonati sfracellati, di migranti naufragati, di rom arsi vivi, di bagnanti sbranati, di suicidi assistiti, di malati terminali, di corpi travolti dal tornado, ogni video – sia esso comico-grottesco o tragico – è debitamente preceduto da allegri, sfavillanti, bellissimi spot pubblicitari: il dopobarba prima del bambino sfracellato, il suv prima delle teste mozzate, il collant prima dell’incidente mortale.

Al tempo dell’uomo che mordeva il cane si sarebbe detto, con Humphrey Bogart: «È la stampa, bellezza». Oggi si direbbe: «È il marketing, bellezza». Anche il bambino che precipita.