I bambini hanno bisogno di fiabe, soleva affermare lo psicologo Bruno Bettelheim. Hanno bisogno di stupirsi sentendosi raccontare vicende che non reggono alla prova dei fatti. Prova dei fatti offerta da chi, come l’adulto, non è più in grado di meravigliarsi. Il mondo degli adulti è un mondo dove uno più uno fa due, un mondo nel quale si cerca sempre di eliminare il rischio, di evitare l’imprevisto, non entrando nemmeno nel discorso quando le cose non si reggono sulle proprie gambe. Il mondo degli adulti può essere, di conseguenza, un mondo molto noioso dove quello che si può fare è già deciso in anticipo da criteri draconiani come, per esempio, la differenza tra costi e ricavi. Pensate un po’ come finirebbero molte fiabe se l’eroe o l’eroina, prima di buttarsi nella sua nuova avventura, facesse un calcolo dei suoi costi e dei suoi ricavi. La capacità di meravigliarsi l’adulto la perde passando la porta che separa l’adolescenza dalla maggiore età. Nel Ticino di questi tempi, almeno per quel che riguarda certi investimenti dello Stato, sembra però che il bisogno di meravigliarsi stia diffondendosi anche tra gli adulti.
Non è passato neanche un mese da quando l’elettorato ticinese ha dato prova di sostenere la strategia del governo nei riguardi del nuovo progetto dell’Officina FFS. Si tratterebbe di investire più di 300 milioni per salvaguardare un po’ più di 200 posti di lavoro. Cantone e comune di Bellinzona ci metterebbero 120 milioni, le FFS il resto. Personalmente non conosco nessun altro esempio di investimento, eseguito e diretto da privati (le FFS sono una società anonima con un contratto di prestazione con la Confederazione) che abbia potuto contare, praticamente senza garanzie, su un appoggio finanziario così generoso da parte dell’ente pubblico. Chiusa la vicenda della rilocazione dell’Officina si apre ora la grande asta per il riuso dell’area abbandonata in pieno centro della capitale. È possibile che Cantone e Comune recuperino qualche milione in questa operazione, almeno in termini contabili. Ma, è anche possibile che restino con un piatto di lenticchie.
La vicenda bellinzonese sembra stia per riprodursi, in scala più contenuta, nel Sottoceneri. Si tratta del finanziamento degli investimenti necessari per l’ennesimo rilancio dell’aeroporto di Agno. In questo caso dai privati non verrà nulla. Neanche dai pochi che potrebbero effettivamente approfittare delle nuove infrastrutture. Gli investimenti saranno a carico del comune di Lugano e del Cantone, proprietari dell’aeroporto. La partecipazione si divide tra contributi al capitale della società (anonima, quindi privata) che gestisce l’aeroporto e sussidi per la realizzazione delle opere di rinnovo e ampliamento necessarie. Per giudicare come andranno le cose, si dispone di una valutazione, penso del tipo costi-benefici, fatta da esperti dell’Università di San Gallo. Dalla stessa risulta che, fino al 2032, la gestione dell’aeroporto continuerà a segnare perdite per poi riprendersi e cominciare a produrre eccedenze. Ora sappiamo che quando si tratta del calcolo costi-ricavi di un investimento è abbastanza facile stimare i costi, perché intervengono subito, mentre le previsioni sul flusso dei ricavi sono sempre incerte, perché concernono un futuro lontano. I ricavi dell’aeroporto dovrebbero crescere in modo consistente, una volta attuato l’investimento, per effetto dell’espansione della domanda. La stessa dovrebbe più che raddoppiarsi, in parte per l’aumento delle frequenze sulle linee ancora esistenti, in parte per la creazione di nuovi collegamenti. E se questo, a differenza di quanto capita nelle fiabe, dove tutto è possibile, non dovesse succedere? E se la domanda di passeggeri non dovesse per niente aumentare come non è aumentata nel corso degli ultimi venti anni? E se l’albero degli zecchini di zecchini non dovesse farne? Beh, in questo caso, ci dicono i sostenitori, assumendosi il rischio dell’investimento nell’aeroporto, Stato e città avranno comunque contribuito a mantenere, ancora per qualche anno, i posti di lavoro e l’indotto economico dell’aeroporto.
Apparentemente questo tipo di decisioni non ha dunque nessuna alternativa se ci sono in gioco posti di lavoro. Come si è già detto a proposito dell’investimento nella nuova Officina FFS: purché tutti possano continuare a vivere felici e contenti!