È ora di preparare i bagagli per le vacanze. Cominciamo dalla sacca dei libri da leggere in spiaggia o su un prato di montagna. Andiamo in libreria e proviamo un leggero stordimento per l’abbondanza dell’offerta. Siamo in tanti a scrivere e stampare un libro costa sempre meno. Lasciamoci guidare dall’istinto, a iniziare dal titolo. Pare che la presenza di un animale attiri il lettore. Possiamo scegliere fra: La beata incoscienza dei criceti; Il crocevia degli opossum; La Costituzione spiegata a una colonia di termiti.
Una tendenza evergreen nei titoli fa riferimento agli odori o meglio ai profumi. I romanzi al profumo di limone finora sono sette e sei quelli alla cannella. Uno, in testa alla classifica, è sia al limone che alla cannella. È già comparso un plagio dove al posto della cannella c’è la noce moscata. Il lettore in questo caso deve stare accorto, sovente è l’editore a imporre il profumo nel titolo senza che ci sia poi un riferimento nella trama. L’indimenticabile profumo della santoreggia è un romanzo che narra il duello senza quartiere fra due sommergibili durante la Seconda guerra mondiale. I potenziali lettori che hanno servito la patria nel ruolo di sommergibilisti non hanno un buon ricordo degli odori che si respiravano stando in immersione. Le piante aromatiche vanno sempre bene, un titolo del genere Curcuma mon amour è buono per attirare l’attenzione; ancora meglio sono i vini purché derivino da vitigni rari.
Titoli come Il fantasma del Timorasso o Il codice segreto del Pelaverga sono calamite irresistibili. Funzionano sempre i nomi dei grandi pittori del passato purché siano accoppiati a qualcosa d’altro; sarei incuriosito da un titolo come La farfalla di Giulio Romano. Da evitare perché troppo inflazionato il nome di Leonardo. Una rinomata casa editrice ha dovuto mandare al macero le copertine di un romanzo che aveva come titolo Il nipote di Tiziano perché nelle more della pubblicazione sui quotidiani era venuto fuori il nome di Tiziano Renzi. Ultimi ma non meno importanti i titoli prestati dall’algebra e dalla geometria. La scandalosa equidistanza dei cateti ha una forza di attrazione irresistibile. Soli nell’iperspazio non è male. Come anche Gli spazi vettoriali dell’amore; L’isocronia degli insiemi sentimentali.
Nella scelta dei libri da portare in vacanza possiamo anche farci suggestionare dalla biografia dell’autore, di solito la trovate sulla bandella della quarta di copertina. Fateci caso, tutti gli autori risiedono in almeno due luoghi, non leggerete mai: «È nato nel quartiere di Santa Rita dove vive e lavora». Ma non succede mai che le due residenze siano vicine, tipo: «Si divide fra Como e Chiasso». No, piuttosto «Vive fra Santa Maria Maggiore e la Nuova Caledonia». Se l’autore è donna troveremo sempre un riferimento ai suoi animali domestici: «Per scrivere si ritira nel Nottinghamshire con i suoi quattro gatti e il chihuahua». Mai una volta che si ritiri a Pozzolo Formigaro.
Gatti e cani sono inflazionati, una scrittrice americana accetta di prendere parte ai festival solo se può portare con sé la sua piccola elefantessa. È bene che un autore primeggi in un’attività che non abbia niente a che vedere con la scrittura: «È campionessa italiana di biliardo alla goriziana»; «ogni giorno suona l’arpa nella stazione della metropolitana di Brescia e non smette finché un passeggero non compra una copia del suo libro». Se lo scrittore svolge un’attività lavorativa anche vagamente intellettuale, come potrebbe essere il docente universitario o il consulente editoriale è meglio che lo tenga nascosto. Se proprio deve esplicitare un lavoro, l’autore deve essere titolare di un’azienda che produce qualcosa di positivo dal punto di vista ambientale; il miele è perfetto ma è inflazionato, sono già tre le autrici che lo producono. Andrebbe bene un: «nel forno di Gavoi produce i suoi rinomati malloreddus che esporta in tutto il mondo». È consigliabile non dire che fabbrica granate ad uranio impoverito.
Sul versante negativo vanno bene le biografie scandalose: quanti sono gli scrittori della prima metà del secolo scorso che sono stati nella Legione Straniera a partire da Curzio Malaparte? Potessi scrivere nella mia biografia «è stato per trenta anni un agente segreto del Mossad israeliano» toccherei il cielo con un dito. I social dominano: «Tiene un blog con il quale aggiorna i seguaci sui suoi progressi nel preparare l’insalata, con i commenti del marito» (che però il mese scorso l’ha mollata). C’è di peggio: «Con la sua pagina Facebook è in costante corrispondenza con più di ventimila lettrici». Tenuto conto dei cani, dei gatti, dell’orto, dei quattro figli, dei tre mariti, della conduzione di un programma televisivo, dell’impegno nella raccolta fondi per salvare l’orca marina, la domanda legittima è: ma quando trova il tempo per scrivere?