Torniamo a parlare di congiuntura ora che sono state pubblicate le nuove previsioni per quest’anno e per il prossimo. I lettori che seguono le cronache economiche si saranno accorti che, durante il 2017, le previsioni sulla congiuntura sono sempre state riviste verso il basso. Un anno fa esse erano molto positive. Si pensava che le conseguenze negative della rivalutazione del franco rispetto a euro e dollaro fossero finalmente state superate e che, di conseguenza, il tasso di crescita del Pil dell’economia svizzera avrebbe potuto passare, quest’anno, il capo dell’1%. Si pensava allora che il tasso di crescita avrebbe addirittura potuto raggiungere un livello pari all’1,7-1,8%. Alla fine del 2016 gli istituti di previsione erano più incerti e si dividevano praticamente in due partiti. Quelli che mantenevano le loro previsioni di crescita del Pil su livelli superiori all’1,5% (pochi) e quelli che invece le correggevano verso il basso anticipando un tasso di crescita variante tra l’1,3 e l’1,5% (la maggioranza). In marzo le previsioni per il 2017 erano di nuovo leggermente più ottimiste nel senso che un paio di istituti le avevano corrette verso l’alto dall’1,4 all’1,6-1,7%. La situazione non cambiava nel mese di giugno. A settembre, invece, il numero degli istituti ottimisti, che prevedevano una crescita superiore all’1,5%, si riduceva a tre (come in dicembre) mentre si allargava lo spettro delle possibilità verso il basso. C’erano addirittura tre istituti – il KOF, la Banca nazionale e il BAK-Basel – che stimavano che, nel 2017, la crescita del Pil non avrebbe superato l’1%.
Le correzioni verso l’alto o verso il basso delle previsioni annuali, che si manifestano ogni trimestre, sono dovute al fatto che, di trimestre in trimestre, si rendono disponibili nuovi dati per stimare i parametri dei modelli di previsione. Talvolta questi dati sono in contraddizione con quelli che singoli istituti raccolgono per mezzo di sondaggi nelle aziende o con i valori di indici congiunturali che gli istituti sviluppano utilizzando variabili che, secondo l’esperienza degli specialisti, dovrebbero anticipare l’evoluzione a breve termine della congiuntura. Succede così che nei quotidiani che pubblicano solo le notizie, e non si impegnano in un commento delle stesse, negli scorsi mesi si sia potuto leggere, un giorno, che la congiuntura era in netta ripresa, perché questo o quell’istituto pubblicava il risultato di un sondaggio, mentre il giorno appresso si annunciava l’imminenza della recessione, perché questo o quell’istituto rendeva noti i risultati della revisione delle sue previsioni.
Date queste contraddizioni è certo che per il lettore non è facile raccapezzarsi. Insomma, come sta andando la congiuntura dell’economia elvetica? Sta andando abbastanza bene anche se, per quel che riguarda il tasso di crescita del Pil, quest’anno non si supererà né l’1,5, né, forse, l’1%. Il problema è che, lo scorso inverno, è stato un periodo particolarmente difficile per l’economia svizzera di cui, purtroppo, continuano a risentire, in modo negativo, le previsioni dei modelli macroeconomici. Tuttavia, specie nella seconda metà del 2017, si sono manifestate tendenze alla ripresa che consentono agli istituti di previsione di anticipare un tasso di crescita del Pil tra l’1,5 e il 2% per il 2018, grazie, in particolare, a una robusta crescita delle esportazioni e degli investimenti. Gli altri risultati positivi sono che, per il 2018, si prevede un ristagno della disoccupazione su un tasso del 3,2% e un tasso di inflazione minimo pari allo 0,4-0,5%. Rispetto alle nazioni dell’Unione Europea la posizione della Svizzera non cambia. In termini di crescita continuerà a far parte, quest’anno e il prossimo, del gruppetto di coda delle economie europee in compagnia di Italia, Portogallo e, molto probabilmente, anche della Francia. Aggiungiamo che anche la Germania non andrà probabilmente molto più in là. L’accelerazione della crescita, che si manifesterà nel 2018, non sarà quindi tale da consentirci di riprendere delle posizioni nella classifica congiunturale europea. Ma, come si è visto, in fondo a questa classifica saremo in buona compagnia.