Come leggere le inchieste sulla scuola?

/ 27.01.2020
di Angelo Rossi

All’inizio di dicembre del 2019 sono stati pubblicati i risultati dell’inchiesta PISA per il 2018. Questa inchiesta, che viene condotta, con frequenza triennale, da quasi un decennio, si è ormai fatta un nome anche presso il pubblico dei non addetti ai lavori. Questo lo deve al fatto che mette a confronto gli allievi delle scuole di tutto il mondo, o quasi, dando modo di stabilire classifiche che, quando tutto va bene, possono solleticare la vanità dei responsabili e, quando tutto va male, danno argomenti all’opposizione per invocare nuove spese in favore dell’educazione. Ricordiamo ai lettori che da quando PISA è PISA la Svizzera si è sempre trovata a metà strada, ossia con risultati che si aggirano sulla media delle prestazioni ottenute dagli scolari del campione mondiale. Quest’anno però, a livello nazionale, si è fatto un salto indietro, in tutte e tre le discipline testate. In generale si tratta di una riduzione dell’ordine di 10 punti che i commentatori attribuiscono alla quota elevata di scolari provenienti da famiglie immigrate. Particolarmente sconfortante è il risultato raggiunto nella lettura. In questa disciplina, con 484 punti, la Svizzera si trova di tre punti sotto la media dei paesi dell’OCSE. Nel corso dei prossimi tre anni, cioè nel periodo che precederà la prossima inchiesta PISA, possiamo così aspettarci, in particolare nella Svizzera tedesca, battaglie titaniche attorno alle misure con le quali si dovrebbero poter migliorare le competenze in lettura dei ragazzi delle scuole medie.

Ma veniamo al Ticino. In Ticino è probabile che i risultati dell’inchiesta PISA per il 2018 non sollevino molto interesse. Questo perché si tratta di risultati superiori alla media. La tornata attuale dell’inchiesta PISA ha così rivelato che per la matematica, gli scolari ticinesi sono quasi in vetta alla classifica mondiale. In effetti, per quel che riguarda questa disciplina, abbiamo al primo posto Singapore con 569 punti, al secondo Macao con 558 punti, al terzo posto Hong Kong con 551 punti e poi viene il Ticino con 528 punti. E questo risultato il Ticino lo raggiunge nonostante la sua scuola media sia tra quelle che possiedono la quota più elevata di scolari provenienti dall’emigrazione. I figli degli emigranti e dei rifugiati sono dunque più portati per la matematica che per la lettura? Ci sarebbe già materia per scrivere almeno un paio di tesi di dottorato in pedagogia. Se non che, con i risultati dell’inchiesta PISA 2018 il nostro dipartimento dell’educazione ha reso noti anche quelli dell’indagine VeCoF 2016, uno studio che si propone solamente di valutare le prestazioni delle scuole dei cantoni svizzeri sulla strada delle realizzazione del nuovo piano di studio armonizzato. Questa indagine rivela purtroppo che solamente il 64% degli allievi del cantone raggiunge le competenze fondamentali in matematica.

Come mai, si domanderanno i non addetti ai lavori, a livello mondiale gli scolari ticinesi sono tra i migliori in matematica, mentre a livello svizzero faticano a tenere il ritmo imposto dagli altri cantoni? Il Dipartimento dell’educazione ticinese spiega queste differenze con tre diversi argomenti. Il primo si riferisce all’età degli scolari che hanno partecipato alle due indagini. Per l’inchiesta PISA si trattava di allievi quindicenni, per l’indagine VeCoF, invece, di allievi undicenni. Insomma la botte non può dare che il vino che ha. O in termini di tecnica dell’inchiesta: se cambi la composizione dei campioni è possibile che cambino anche i risultati. Ma allora, amici del Dipartimento, si pone la questione essenziale della rappresentatività del campione, non vi pare? Con il secondo argomento si precisa che l’inchiesta VeCoF 2016 è stata fatto prima che le competenze fondamentali definite nel nuovo piano di studi fossero realmente radicate nei dispositivi di insegnamento del canton Ticino. Insomma gli allievi sono stati interrogati su cose che non potevano sapere. Sarà stato così anche in altri cantoni? Il terzo argomento insiste – se abbiamo capito bene – sul diverso grado di difficoltà degli esercizi contenuti nelle due inchieste. Apparentemente quelli dell’Inchiesta PISA erano più facili.

A questo punto ci scontriamo però con una contraddizione. Nell’inchiesta PISA 2018 i risultati in matematica dei ticinesi sono migliori di quelli dei Confederati. Nell’indagine VeCoF 2016 , con esercizi di matematica più difficili da risolvere, i Confederati primeggiano sui ticinesi. Con le competenze in matematica degli allievi confederati sembra dunque che sia un po’ come nel caso di quella squadra di mezza classifica che vince sempre le partite difficili ma perde quelle con gli avversari più deboli.