L’Europa è un po’ più povera. Con Jacques Chirac esce di scena l’ultimo leader ad aver governato con il Generale de Gaulle: era ministro del Lavoro quando nell’incandescente primavera del 1968 si negoziavano gli accordi di Grenelle con gli operai in rivolta, e il giovane Jacques girava per Parigi con il revolver sotto l’impermeabile. De Gaulle, che lo stimava, lo chiamava «il mio Bulldozer». Da ragazzo però era comunista. Diffondeva «L’Humanité» la domenica mattina. Fondamentale l’incontro con Bernadette, rampolla di una ricca famiglia di destra: moglie pluritradita, ma al suo fianco sino all’ultimo. In questi giorni si è parlato molto della storica relazione di Chirac con Claudia Cardinale. Ma le vere donne della sua vita sono state le figlie.
La seconda, Claude, fu la sua più stretta collaboratrice. Un po’ come Maria Romana De Gasperi, che faceva da assistente al padre Alcide. Claude Chirac era una bella donna, intelligente, esuberante come il padre. Fu lei a suggerirgli lo slogan della «frattura sociale» contro cui combattere, che gli fece vincere le presidenziali del 1995. Ebbe un figlio dal campione olimpico di judo Thierry Rey e gli diede il suo cognome: Martin Chirac. Incontrò l’astro nascente della destra francese, Nicolas Sarkozy, e ne fu colpita. Una frase di sua madre – «Sarkozy ha violato la nostra intimità» – fu letta come la rivelazione di una storia d’amore. Claude smentì. Sarkozy l’ha definita «la mia sorellina» ed è stato suo testimone di nozze (con il politologo Philippe Habert). Tra Claude e Nicolas qualcosa però dev’essere successo, se al ballottaggio per le presidenziali 2012 sia Jacques Chirac sia la figlia si schierarono per il socialista Hollande, mentre Bernadette Chirac appoggiava Sarkozy.
La primogenita si chiamava Laurence. La meningite l’ha segnata per sempre. La sua vita è stata una via crucis di ospedali e cure psichiatriche. Chirac l’ha amata teneramente, come de Gaulle aveva amato la figlia Anne, nata con la sindrome di Down. Laurence si è spenta tre anni fa. Ora il padre riposa al suo fianco.
L’opinione pubblica europea è rimasta colpita dal gran rifiuto della famiglia Chirac, che non ha voluto al funerale Marine Le Pen. In effetti, i funerali sono il momento culminante nella vita di una persona e, nel caso di un capo di Stato, di una nazione. Ricordo quelli di Mitterrand: entrai a Notre-Dame all’alba, mi nascosi in fondo alla navata destra, dove c’è la lapide che ricorda il milione di soldati dell’impero britannico caduti sul suolo francese durante la Grande Guerra, e vidi sfilare i potenti della Terra venuti a rendere omaggio a un uomo che nel frattempo era sepolto altrove, in provincia, davanti alle sue due famiglie, con lo splendido abbraccio tra la moglie Danielle e la figlia naturale Mazarine. Non c’è stato né poteva esserci un abbraccio tra Bernadette Chirac, la vedova, e Marine Le Pen.
Bernadette ha sempre incarnato l’anima conservatrice della famiglia, mentre la figlia Claude dava voce all’anima liberal. Ma proprio per questo la moglie di Chirac ha sempre detestato la famiglia Le Pen, e non solo a causa dei decenni di attacchi personali, talora ai limiti della calunnia. Troppo diverso il sistema di valori. La destra repubblicana francese ha perso per quattro volte l’Eliseo, pur di non fare patti con la destra populista e xenofoba. Una fermezza di cui la destra italiana non sarebbe e infatti non è stata capace. (Va detto però che in Francia la destra di governo fa la destra: senso dello Stato, delinquenti in galera, lotta seria all’evasione fiscale; chi tocca un poliziotto non fa una bella fine, Gilet gialli compresi; quanto alla «castrazione chimica» dei pedofili, non la si chiama così, e la si pratica da decenni).
Chirac non è stato un grande presidente; ma è stato un buon presidente. Subì a lungo Giscard e Mitterrand. Volle riprendere i test nucleari, proprio nel 1995 – cinquantesimo anniversario di Hiroshima –, suscitando proteste planetarie. Vide lontano battendosi contro la guerra in Iraq. Visitò Algeri, acclamato dalla folla. Era un uomo allegro e simpatico, piatto preferito: la testina di vitello. Ed è stato l’ultimo capo di Stato francese a essere rieletto (il prossimo sarà probabilmente Emmanuel Macron).