Stando a Robert D. Atkinson, presidente della fondazione «Information Technology and Innovation», un think tank con sede a Washington di economisti che si occupano di politiche pubbliche, con lo svilupparsi della globalizzazione si è avviata nel mondo una corsa per conquistare quello che lui chiama il vantaggio innovativo globale. Su questo tema Atkinson ha scritto libri e tiene conferenze. Nel mondo degli addetti ai lavori, ossia degli economisti, sono molti quelli che oggi condividono il suo modo di vedere. Di qui il moltiplicarsi degli studi sull’innovazione, la sua importanza per lo sviluppo di un’economia e la necessità che le economie avanzate ne facciano un oggetto privilegiato di investimento.
Anche in Svizzera, da una ventina di anni, si presta attenzione alla capacità innovativa dell’economia e si cerca di misurare come la stessa vari nel tempo. Lo si fa con rilievi biennali che vengono eseguiti dall’istituto Kof del Politecnico di Zurigo. Abbiamo di recente presentato e commentato gli ultimi risultati pubblicati che riguardano il periodo 2012-2014. Ora alle ricerche del Kof si è venuto ad aggiungere uno studio di Kai Gramke del Bak di Basilea che ha il pregio di mettere in evidenza due aspetti che, sin qui, non avevano ottenuto ancora molta attenzione.
Analizzando le patenti che, annualmente vengono presentate dalle aziende e dagli istituti di ricerca svizzeri, questo autore ha cercato, da un lato di stimare quale sia, nell’insieme delle nuove patenti, la quota di quelle che si possono definire come patenti di «classe mondiale» e, dall’altro, ha cercato regionalizzare i dati riguardanti l’innovazione tecnologica. Che non tutte le patenti conseguite dalle aziende e dai ricercatori svizzeri siano di uguale importanza è facile da capire. Basta visitare il salone delle invenzioni di Ginevra, che si tiene ogni anno, e mostra i prototipi di migliaia di innovazioni patentate nel nostro paese. Per stimare quante siano le invenzioni di «classe mondiale» Gramke ha identificato 40 tecnologie del futuro delle quali si è servito per classificare una patente o nel gruppo delle patenti di «classe mondiale», per l’appunto quelle delle tecnologie del futuro, o nel gruppo che si potrebbe definire delle patenti con meno impatto sull’economia. Sempre servendosi delle patenti e rilevando il domicilio delle persone che hanno inoltrato la domanda di riconoscimento, Gramke ha poi regionalizzato l’innovazione. Fatto questo lavoro di classificazione e di suddivisione geografica delle patenti, l’esperto del BAK ha tratto una serie di conclusioni.
In primo luogo ha potuto stabilire che per quel che riguarda le patenti di «classe mondiale» la Svizzera è uno dei paesi più avanzati d’Europa. In termini assoluti viene sopravanzata, ma non di tanto, solo da Germania, Gran Bretagna e Francia, che sono nazioni con ben altre dimensioni di quelle del nostro paese anche nel campo della ricerca e dello sviluppo. In secondo luogo ha stabilito che all’interno della Svizzera esistono grosse differenze nella capacità di produrre innovazioni. La regione più innovativa è quella dei due semi-cantoni di Basilea-Città e Basilea-Campagna e questo sia che si considerino l’insieme delle patenti oppure solo il sotto-campione delle patenti «di classe mondiale». Non molto lontano da Basilea si trovano il canton Zurigo e il canton Vaud. In questo caso, ovviamente, è il contributo dei politecnici federali che si fa sentire. Un caso un po’ anomalo è quello del canton Argovia che, in questa classifica, occuperebbe il quarto posto. Di fatto la sua posizione così avanti nella classifica è probabilmente dovuta solo al fatto che molti ricercatori che svolgono il loro lavoro a Basilea e a Zurigo sono pendolari domiciliati nel canton Argovia, anche se l’attività innovativa delle sue aziende non è disprezzabile.
E Il Ticino? Il Ticino, si sa, non ha figurato sin qui tra i cantoni più innovativi in materia tecnologica. La sua quota nel totale delle patenti svizzere del 2015 rappresenta appena il 2,5%. È dunque inferiore alla quota di popolazione. Sorprende tuttavia in bene constatare che la quota di invenzioni di «classe mondiale» nel totale delle patenti sia in Ticino leggermente superiore a quella del canton Zurigo: 10,1% contro 8,3%. Le attività di ricerca e sviluppo delle aziende e delle istituzioni di ricerca ticinese sembrano quindi orientate maggiormente verso un obiettivo qualitativo, ossia quello di ottenere delle patenti di importanza mondiale.