Signora Kreienbühl, la famiglia in cui è cresciuta faceva gli acquisti alla Migros?
Sì. Sono cresciuta nel centro della città di Zurigo e la mia famiglia faceva gli acquisti in una piccola filiale Migros, a conduzione famigliare. Alla cassa lavorava una nostra vicina. E per inciso sono ancora oggi amica dei suoi figli. I prodotti Migros hanno avuto un ruolo di rilievo nel corso mia infanzia, come il Gugelhopf al cioccolato in occasione delle feste di compleanno dei bambini.
E come è passare da un’infanzia con Migros a diventarne proprietaria?
È stato un passaggio spontaneo. Quando sono uscita di casa mi sono iscritta io stessa quale socia.
Dal 1° gennaio di quest’anno è nella Direzione generale della FCM. Passare da una società quotata in borsa, Sonova SA, a una cooperativa, Migros, non è stato uno shock culturale ?
No. Tra Migros e Sonova ci sono più analogie di quanto si possa pensare. Entrambe le aziende sono radicate nel territorio svizzero e fortemente influenzate da pionieri: quella che un tempo si chiamava Phonak da Andy Rihs, Migros da Gottlieb Duttweiler. Con prodotti pregiati entrambe le aziende offrono ai loro clienti qualità di vita e grazie a ciò sono diventate leader del mercato. Nel tempo Sonova ha esteso le sue attività al mercato globale. Ma anche Migros impiega circa 15’000 collaboratori all’estero e in più coniuga un grande impegno sociale, valori forti, una solida cultura aziendale e l’alto grado di identificazione dei collaboratori nei confronti del proprio datore di lavoro. E sia Sonova che Migros sono aziende decisamente innovative.
Le cooperative non sono necessariamente innovative.
Non sono d’accordo. Le cooperative sono molto vicine ai clienti e ciò favorisce la loro forza innovativa. Le aziende di produzione Migros in media ogni mese propongono 30 prodotti innovativi. Anche per quanto riguarda processi e modelli gestionali Migros è alla pari con le più moderne aziende tecnologiche. Penso per esempio all’attuale progetto di spesa social «Amigos» o al programma Cervelo di Engagement Migros.
Si ha l’impressione che lei sia già completamente immersa nel mondo Migros. Ha mantenuto una visione esterna?
Al momento ho un buon equilibrio. Ho già appreso parecchio della storia Migros e capisco le motivazioni di fondo di determinati sviluppi. Nel contempo ho ancora una visione esterna e posso così portare in azienda altre visioni.
Può dare un esempio concreto?
Quando un’azienda da lungo tempo è leader del mercato, in ogni organizzazione sussiste il rischio dell’autocompiacimento. È comprensibile ma pericoloso. Desidero che noi tutti si mantenga un atteggiamento di costante analisi critica, per essere ancora migliori e più vicini ai nostri clienti. È come nell’alpinismo: la vetta è tua, solo quando sarai di nuovo a valle.
Cosa intende?
In montagna la maggior parte degli incidenti avviene durante la discesa. E vedo ciò come allegoria della vita intera: quando si raggiunge qualcosa, sussiste il grande pericolo che si inizi a sedersi sugli allori. Ragione in più per mantenersi «desiderosi», porsi nuovi e ambiziosi obiettivi, evolvere e così rimanere competitivi.
Lei è un’appassionata di alpinismo, si può subito notare.
Sì. Mi dà molto, perché mi fa restare con i piedi per terra e nel contempo mi rammenta cosa conta veramente. Spesso in pianura i temi di cui ci si occupa prendono ampio spazio. In altitudine regnano regole completamente diverse, poiché la visuale si allarga. Una lunga escursione in montagna porta sempre, anche in senso figurato, nuove prospettive.
Qual è l’ultima montagna che ha scalato?
L’ultimo 4000 è stato l’attraversamento della Punta Dufour. Ma non sono a caccia di trofei, mi godo invece l’esperienza, senza distrazioni e con il poco che si porta con sé nello zaino. Ogni volta ciò mi permette di mettere ogni cosa nella giusta relazione. Attualmente sono però più occupata con la bici da corsa, la mia seconda grande passione, e pedalo con grande piacere su e giù per i passi alpini.
Dice che un’organizzazione dovrebbe costantemente evolversi. Cosa deve assolutamente mantenere Migros?
I nostri collaboratori ci rendono il numero uno: la loro grande identificazione con Migros è unica. È qualcosa che non si può semplicemente acquistare, ma si sviluppa nel corso di decenni. Di ciò vogliamo prenderci cura; tra l’altro con la definizione di obiettivi comuni, che realizziamo in breve tempo.
Le aziende con una struttura gestionale centralizzata sono avvantaggiate. Migros è composta da cooperative regionali che in parte hanno visioni diverse.
Il federalismo della Migros è anche la sua forza. Le attuali modalità di lavoro sono piuttosto decentralizzate e quindi più vicine al cliente. A mio avviso è nel contempo molto importante riflettere insieme sui punti comuni e vivere una cultura Migros unica, che unisce tutte le nostre aziende e le cooperative.
Lei è anche la responsabile delle risorse umane della FCM. Dove vede la più importante sfida?
Così come molte altre aziende, anche Migros ha davanti a sé una trasformazione. La digitalizzazione sta cambiando ogni ambito della vita, anche il comportamento dei consumatori. Il mio obiettivo è di accompagnare i nostri collaboratori in questo viaggio e nel contempo prendermi cura del valori sociali della Migros. In ciò vedo uno dei miei compiti principali.
Migros offre condizioni eccellenti ai suoi collaboratori. Sarà possibile mantenerle?
Per quanto possibile, questo è l’obiettivo. Per questo mi rallegro del fatto che, nonostante il difficile contesto di mercato, con i nostri partner sociali abbiamo recentemente potuto prolungare il contratto collettivo di lavoro per la Comunità Migros.
E la molteplicità dell’offerta proposta da Migros tramite il Percento culturale e la Scuola Club?
L’impegno del Percento culturale è ancorato statutariamente. Una percentuale fissa della cifra d’affari – e non dell’utile – va a favore di progetti sociali e culturali. Verifichiamo in modo sistematico la nostra offerta, con l’obiettivo di raggiungere il gruppo più ampio possibile di persone. Anche in questo settore facciamo dell’equilibrismo: manteniamo un’ampia offerta e nel contempo copriamo i più possibili e particolari ambiti di interesse. Ciò ha una motivazione: vogliamo essere una Migros per tutti.
Percento culturale, centri per il tempo libero, stampa Migros e comunicazione: quali le priorità?
I primi tre settori hanno un denominatore comune: forniscono importanti contributi alla società e al bene comune – arte, musica, danza, corsi e formazioni o contenuti giornalistici per tutti. Ciò va ben oltre gli interessi puramente economici dell’azienda. Il mio desiderio è che queste prestazioni siano maggiormente conosciute, anche grazie al supporto della comunicazione.
Non è già noto cosa fa Migros?
Soprattutto quando parlo con i giovani, constato che molti di loro non conoscono il grande contributo che Migros apporta alla società. Mi chiedo quindi come sia possibile raggiungere queste persone e far loro conoscere i nostri valori. È d’aiuto il fatto che le giovani generazioni sono sempre più orientate al pensiero sociale e alla sostenibilità.
Quasi ogni azienda si definisce sostenibile.
È vero che molte aziende si attengono a standard minimi. Anche qui Migros è un passo avanti. Siamo per esempio il maggior produttore di energia solare in Svizzera e molte filiali Migros producono più elettricità di quanta ne consumino.
Quale il modo migliore per descrivere Migros?
In verità è molto semplice: rendendo consapevoli i nostri clienti che con ogni loro acquisto alla Migros danno un importante contributo personale alla società. Il grande impegno sociale Migros, sia esso attraverso il Percento culturale, il Fondo di aiuto o i nostri sforzi a favore della sostenibilità, ci distingue dalle altre aziende e ci rende unici. Oltre a ciò, con ogni acquisto i nostri clienti promuovono l’occupazione in Svizzera.
Lei è responsabile anche della comunicazione e di «Migros-Magazin». Il giornale ci sarà ancora tra dieci anni?
A questa domanda risponderanno i nostri lettori. Il panorama dei media è particolarmente toccato da sconvolgimenti. Ma mentre la maggior parte dei media subisce pesanti perdite, «Migros-Magazin» ha mantenuto i suoi lettori. Evidentemente stiamo facendo le cose giuste e continueremo a fare il possibile affinché i giornali di Migros continuino a godere di grande popolarità.
Ancora una parola sulla promozione delle donne: come si sente a essere l’unica donna nella Direzione generale?
Per me non è un grande tema, da sempre. Sono fiduciosa che la percentuale di donne con funzioni dirigenziali continuerà a crescere. Ridurre la diversità a una questione di genere non rientra tuttavia nel mio modo di considerare le cose. Altri aspetti – per esempio un salutare equilibrio nella piramide delle età o la varietà delle esperienze – dovrebbero anch’essi essere considerati, così da riflettere nel modo più esteso possibile gli interessi dei nostri clienti. Per me sono importanti condizioni quadro favorevoli per le famiglie, modelli adeguati e l’offerta di opportunità, per consentire a quante più persone possibile – donne e uomini – di entrare nei quadri dell’azienda e realizzare così il loro potenziale.
Per concludere alcune domande personali: qual è l’ultimo libro che ha letto?
Gli ultimi libri scritti da Bertrand Piccard, Ueli Steck e Rolf Dobelli. In aggiunta al piacere della lettura, sono altrettanto stimolanti le vivaci discussioni sul contenuto dei libri che da sempre intrattengo con i miei amici.
Che genere di musica ascolta?
Sono cresciuta con la musica da camera. Più tardi ho ampliato i miei gusti musicali: oggi ascolto jazz, funk e soul e scopro volentieri ciò che non ho mai ascoltato. Per esempio il formidabile duo Matthieu Michel e Heiri Känzig, che ha da poco suonato alla rassegna jazz del Percento culturale.
Cucina?
Sì, e anche con molto piacere, preferibilmente con i prodotti freschi dell’orto. Traggo volentieri ispirazione, tra l’altro, dalla nostra rivista di cucina «Migusto».
Di cosa si occupa all’infuori della Migros?
Sono attiva nel Consiglio di fondazione della «Hear-the-World-Foundation». Questa fondazione era sotto la mia responsabilità alla Sonova e aiuta principalmente bambini in paesi in via di sviluppo con problemi di udito e i cui genitori non possono permettersi alcun supporto. Mettiamo loro gratuitamente a disposizione gli apparecchi acustici, in modo che possano frequentare la scuola, seguire una formazione e più tardi condurre una vita indipendente. Ho visitato diversi paesi e ho potuto verificare personalmente quanto impressionante sia il cambiamento di vita per questi bambini grazie all’operato della fondazione. Sono molto contenta non solo di poter continuare con questo importante impegno, ma di potermi ora ingaggiare attivamente anche nelle diverse fondazioni Migros.
* Redattori di Migros Magazin