Le cifre che testimoniano del successo riscontrato da Frontaliers Disaster si trovano sul sito web ufficiale dei Frontaliers: www.rsi.ch/frontaliers. Il sito è un po’ la frontiera digitale (scusate il bisticcio), su cui trovare informazioni aggiornate sulle avventure di Bernasconi e Bussenghi. I numeri relativi al primo lungometraggio della coppia sono molto eloquenti: 30’000 spettatori in Ticino, 4500 spettatori in Svizzera (francese e tedesca), 3000 spettatori in Italia in quattro sale nell’area di confine. Il tutto in 12 settimane di programmazione. Sono dati molto eloquenti che dimostrano, se fosse ancora necessario, l’attaccamento e l’interesse che i ticinesi mostrano per un’esperienza cinematografica molto originale.
«C’è un solo segreto per il successo ottenuto in Ticino: il passaparola. La gente è venuta a vedere il film, perché qualcuno, bontà sua, ha riferito che c’era da divertirsi. Poi abbiamo avuto dalla nostra anche il pubblico delle famiglie, perché, come sempre, non diciamo parolacce né giochiamo sulla volgarità» ci racconta Paolo Bernasconi, cioè, no, Guglielmoni, l’alter ego di Loris Bernasconi. Ehm, la cosa diventa un po’ complicata perché chiacchierando con lui non si sa bene con chi si sta parlando: «(ride) Il Bernasconi come personaggio lo conosco bene, e alla fine non ci sono molte differenze con il mio carattere, perché l’idea di questo ticinese medio che in fondo non è un fenomeno e si impigrisce un po’ su certe cose, non lo rende poi così diverso da me. La differenza tra me e Bernasconi, in fondo è che io alla fine tendo sempre a usare molto l’ironia, mentre Bernasconi è monolitico: il bello del film è avere mostrato che ha anche un lato umano, come Terminator in Terminator 2 – Il giorno del giudizio», ci racconta Gugliemoni. «Se mi sono lanciato nel film lungo, è stato grazie al mio amico Flavio che ha molta più esperienza di me in recitazione; avendo fatto la gavetta con le filodrammatiche di paese, avendo lavorato con Yor Milano – e ora con la sua compagnia teatrale – nella commedia dialettale, Flavio ha l’esperienza che serviva per fare il protagonista e io mi ci sono attaccato come un vagone alla locomotiva». Flavio è naturalmente Flavio Sala, l’interprete di Roberto Bussenghi.
E qui sorge, però, la curiosità su come funziona «l’officina» Frontaliers, sul modo, cioè, in cui nascono le avventure di questi due simpatici amici/nemici. Guglielmoni ce lo racconta: «Nella fase di scrittura ci sediamo vicini, con il computer davanti, e iniziamo a sparare le nostre cose, improvvisando. Lo facciamo da tanto tempo ormai e ci siamo dati una sorta di regola: scriviamo tutte le cose che ci sembrano divertenti, le rileggiamo, le correggiamo già sul momento. L’idea per noi importante è sempre di far parlare i personaggi come «devono parlare». Per capirci, la base è: Bussenghi deve sfottere e Bernasconi prenderle. Poi, da lì, si può giocare». Il dialogo tra i due in effetti è la chiave di volta dell’umorismo dei Frontaliers: «A me piace molto questa idea che Bussenghi agisca un po’ da commentatore di quello che dice Bernasconi, che gli fa la didascalia: ci sono queste situazioni in cui il Loris ne fa veramente di cotte e di crude con Bussenghi che interviene a rimarcare le stupidaggini dell’altro… Funziona» racconta Guglielmoni. Per quello che riguarda Frontaliers disaster, in particolare, il respiro del lungometraggio richiedeva un’esperienza che i due non avevano, abituati alla dimensione dello sketch: «In questo caso abbiamo accettato i consigli di Alberto Meroni, il regista, e Barbara Buracchio, l’attrice principale, che hanno steso la sceneggiatura. Loro hanno competenze che noi non abbiamo e hanno fatto un ottimo lavoro nel preparare gli incastri della storia; noi ci siamo concentrati sul ritmo e sul suono delle parole che pronunciamo: abbiamo scritto i dialoghi».
Alberto Meroni conferma: «Abbiamo portato due personaggi che possedevano in fondo una comicità a breve respiro su una dimensione più ampia. Abbiamo approfondito alcuni aspetti del loro carattere, ad esempio lavorando sul personaggio della madre di Bernasconi che, trattandolo come un lattante, fa capire perché il figlio abbia tutti ’sti problemi…». Per Meroni è stata una bella esperienza lavorare con personaggi sperimentati e amati dal pubblico: «Sono figure che ispirano simpatia dai due lati della frontiera e questo è un aspetto molto raro e originale. Credo proprio che il segreto del loro successo sia in questa loro capacità di toccare due punti di vista: le regole e le eccezioni». Vista la loro propensione all’improvvisazione il regista ha dovuto tenere anche in considerazione gli imprevisti: «È inevitabile con personaggi come loro. Ho girato con tre camere contemporaneamente, visto che per loro era il primo film e non sapevo se sarebbero riusciti a reggere le ripetizioni. Questo ha permesso di tenere anche delle scene impreviste».
Una delle carte interessanti e utili della produzione è stata la collaborazione con la Morandini Film Distribution di Luca Morandini, che ne ha curata la distribuzione nelle sale svizzere e italiane. Ma Morandini ha portato anche qualche suggerimento alla gestazione del film, anzi alla sua nascita: «È vero. L’idea di portare i Frontaliers al cinema è venuta a me qualche anno fa, dopo aver visto il successo degli sketch su Youtube. Era nato allora un primo prodotto di 35 minuti, che era funzionato benissimo, anche se all’inizio non ci si credeva». Per quello che riguarda la distribuzione, i suoi contatti sono stati importanti per far arrivare il film nel circuito della Svizzera interna. E per ciò che riguarda i suoi consigli agli autori? «Non ho avuto un ruolo diretto, ma credo di sapere cosa si aspetta il pubblico. L’idea di inserire un personaggio giovane, il figlio di Veronelli, è mia, perché so che avere un personaggio in cui possono identificarsi anche i più piccoli è uno degli elementi importanti nei film di successo» ci confida Morandini.
E dopo il grande schermo, il film Frontaliers Disaster viene proposto, da domani, in tutte le filiali Migros del Ticino e nei comuni del Grigioni italiano in una versione DVD arricchita da ben 80 minuti di Extra: il videoclip della canzone del film by The Vad Vuc (autori di tutta la colonna sonora), backstage, errori sul set, scene inedite e il pezzo forte, il finale che in sala era rimasto in bilico: il matrimonio di Loris J. Bernasconi. Bernasconi si sposa (Un Disaster di matrimonio della durata di 20 minuti) e si sposa solo in DVD.
Guglielmoni tiene a sottolineare come per la RSI, che è coproduttrice del DVD con Inmagine SA, il senso dell’operazione sia legato a un’iniziativa di beneficenza. «Destinatario degli utili RSI sarà Ogni Centesimo Conta, raccolta fondi a favore dei minori in difficoltà nella Svizzera italiana».
Tutto è bene quel che finisce bene, dunque, per l’operazione Frontaliers Disaster. A Bussenghi e Bernasconi non resta quindi che lanciarsi nel bagno di folla che li aspetta durante le loro uscite pubbliche promozionali per il lancio del nuovo DVD (vedi box a lato). Nell’attesa, naturalmente, di una prossima sorpresa... i Frontaliers, si sa, sono imprevedibili.