Questa settimana incontriamo con piacere il radioamatore Francesco Citriniti, collaboratore del servizio Gestione superfici presso la sede centrale di S. Antonino: abbiamo pensato di approfondire con lui un tema spesso frainteso, soprattutto per tutti coloro che pensano erroneamente al radioamatore come a un collezionista di radio antiche oppure a un latin lover che ama con un soffuso e piacevole sottofondo musicale.
Francesco Citriniti, chi sono i radioamatori?
Forse serve una piccola premessa… I radioamatori sono ancora troppo spesso confusi con gli utilizzatori dei cosiddetti CB, apparati radio molto diffusi per uso privato e amatoriale. I radioamatori sono persone che, dopo aver sostenuto un esame di cultura radiotecnica, sono dotate di patente e licenza rilasciate dall’Ufficio comunicazione della propria nazione d’appartenenza e sono autorizzate a gestire una stazione radio, svolgendo comunicazioni su bande di frequenza loro assegnate, a scopo di sperimentazione o pubblica utilità, senza scopo di lucro.
Perché si diviene radioamatori?
Non lo si diventa solo per «parlare» con il resto del mondo, ma per conoscere in maniera più approfondita tutto ciò che riguarda l’universo delle telecomunicazioni, dall’elettronica necessaria per far funzionare le apparecchiature, fino alla propagazione delle onde radio. Parliamo di un’occupazione di livello professionale, un hobby che se praticato seriamente permette l’acquisizione di un bagaglio di conoscenze spendibili con successo anche nel mondo dello studio e del lavoro. Basti pensare che si è calcolato che il 40 per cento dei radioamatori autorizzati negli Stati Uniti d’America lavora nel campo delle telecomunicazioni e dell’elettronica e che l’85 per cento di essi fu indotto a iniziare la carriera in tal senso proprio per un interesse mostrato nel campo del radiantismo.
Cosa fanno nel concreto i radioamatori?
Alla sperimentazione di questi appassionati tecnici radio possono essere imputate quasi tutte le innovazioni tecnologiche che hanno segnato il cammino della radio in questi ultimi anni. Possiamo anche dire che, molto probabilmente, il futuro di tutti i più sofisticati sistemi di comunicazione è strettamente collegato all’avvenire della radio. Nel concreto, poi, i radioamatori sono spesso parte attiva delle varie Protezioni civili e forniscono un grande supporto alle comunicazioni di Stato: sono i primi a intervenire in caso di mancanza di trasmissioni d’informazioni durante gli stati d’emergenza e gli ultimi a lasciare il campo una volta ristabilite le comunicazioni telefoniche.
Quanti radioamatori ci sono nel mondo?
Oggi vi sono oltre tre milioni di radioamatori autorizzati nel mondo. La maggioranza sono in Giappone e in America. In Europa il gruppo più numeroso si trova in Germania, con oltre 70’000 unità, seguito dal Regno Unito. In Svizzera le stazioni con licenza superano le 4000.
Si usa ancora l’alfabeto Morse?
La telegrafia è solo una branca delle radiocomunicazioni e, anche se non è più richiesta negli esami per diventare radioamatori, migliaia di persone di questa comunità internazionale ne fanno giornalmente uso. Esistono delle vere e proprie gare di velocità e degli appositi programmi per potersi allenare. Ogni anno, da ben 22, si organizzano addirittura i campionati mondiali di alta velocità in telegrafia (HST – High Speed Telegraphy) in cui ci si cimenta in alcune prove di codifica e decodifica dell’alfabeto Morse. Alcuni fenomeni riescono a raggiungere anche i 300 caratteri al minuto!
Lei è mai entrato «in azione»? Quest’anno al campionato mondiale in Ungheria c’era anche un manipolo di radioamatori svizzeri, tra i quali figuravano due ticinesi … uno ero io! L’HST National Team Switzerland si è piazzato complessivamente al 6 posto alle spalle di veri e propri mostri sacri dei paesi dell’Est. Anche nelle passate edizioni le soddisfazioni non erano certo mancate: la nostra squadra si è sempre ben comportata.
C’è ancora qualcosa che vorrebbe dire ai lettori di «Azione»?
Vorrei fare un invito a tutti gli appassionati oppure a qualche curioso: è difficile reperire giovani o radioamatori più esperti pronti a cimentarsi in queste prove, anche se nel nostro Paese c’è molta gente preparata e valida. Sarebbe bello poter portare qualcuno di nuovo l’anno prossimo in Kazakistan! Invito a contattarmi all’indirizzo hb9edg(at)ticino.com